Un romanzo di formazione
È sempre un azzardo la fusione tra cinema e letteratura, ma Saverio Costanzo con L’amica geniale (che si era già messo alla prova in questo senso con La solitudine dei numeri primi e Hungry Hearts) ha saputo infilarsi con fare chirurgico tra le pieghe del testo soprattutto perché è il testo letterario (in questo caso si tratta della saga di Elena Ferrante) a svelarsi come una vera e propria sceneggiatura, un romanzo con un’architettura che si presta allo schermo.
«La volta che Lila ed io decidemmo di salire per le scale buie che portavano fino alla porta dell’appartamento di don Achille, cominciò la nostra amicizia». Se da un lato ci sono i personaggi di Elena Ferrante dall’altro scopriamo le sue incarnazioni, gli attori in performance (come ribadito dallo stesso Costanzo in una sua intervista), Elena e Lila, due bambine e, poi, due donne (o “piccole donne” visto la citazione nel film del romanzo di Louisa May Alcott) che nascono, e vivono, dentro un unico centro, la Napoli degli anni Cinquanta. A ben vedere, le loro vite si muovono entro il perimetro limitato del loro rione, dove ogni abitante incarna il tessuto sociale del tempo. Il quartiere, così familiare eppure a tratti invalicabile e pericoloso, così complesso da sembrare in superficie quasi asfissiante, diventa teatro di vite costantemente allacciate l’una all’altra. Una voce fuori campo (che sarà quella di Alba Rohrwacher) accompagna il racconto: in realtà è una voce fuori tempo perché chi narra è Elena ormai adulta che scrive e riporta in vita il ricordo di questa amicizia, il ricordo di lei, Lila, che ha sempre seguito come un’ombra: «quello che fai tu faccio io».
L’amica geniale (serie tv Prodotta da Wildside e Fandango, in collaborazione con HBO e Rai Fiction) è di un realismo falsato perché intriso di sogno, il rione è la zona in cui tutto confluisce, scenografia talmente perfetta da sembrare inverosimile, orizzonte onirico, specchio dell’immaginazione letteraria e quindi del racconto di un’infanzia e adolescenza che ritorna in vita.
«Poco prima dell’esame di licenza elementare, Lila mi spinse a fare un’altra delle tante cose che da sola non avrei mai avuto il coraggio di fare: decidemmo di non andare a scuola e passammo i confini del rione». Eppure ad un certo punto una delle due protagoniste oltrepassa il limite e il mare diventa una nuova realtà possibile. In fondo Elena e Lila vivono in maniera diversa le convenzioni del tempo, il dispotismo patriarcale, i limiti che una donna non può oltre valicare e questo le porterà ad assumere un diverso punto di vista per imporsi come donne veramente libere (Elena continuerà gli studi mentre Lila sarà costretta ad abbandonarli e userà la sua bellezza intrisa di intelligenza per farsi posto in mezzo al potere degli uomini).
L’amica geniale [id., Italia/Stati Uniti 2018) REGIA Saverio Costanzo.
CAST Elisa Del Genio, Ludovica Nasti, Gaia Girace, Margherita Mazzucco, Anna Rita Vitolo, Luca Gallone, Miriam D’Angelo, Imma Villa
SCENEGGIATURA Elena Ferrante, Francesco Piccolo, Laura Paolucci, Saverio Costanzo (tratto dal libro L’amica geniale di Elena Ferrante). FOTOGRAFIA Fabio Cianchetti. MUSICHE Max Richter.
Drammatico, durata 53-64 min (episodio).