La più bella delle storie possibili
Morto un papa se ne fa un altro, diceva quel tale. Morti e sepolti i cartelli di Medellín e Cali (ma saranno poi davvero definitivamente sotto terra?), terminate dunque tutte le “risorse” colombiane, Netflix pensa bene di ambientare il nuovo capitolo della serie Narcos in Messico, focalizzando la propria attenzione sulle vicende che vedono protagonisti indiscussi el padrino Felix Gallardo e l’agente della DEA Enrique Camarena.
Narcos: Messico assomiglia in tutto e per tutto ai capitoli precedenti e che sia o meno uno spin-off non ci interessa più di tanto: è un prodotto solido e forse ‒ da un punto di vista puramente estetico ‒ anche migliore delle prime tre stagioni. Certo, come dicevo poc’anzi, esiguo è il cambiamento nella struttura narrativa principale: ci sono i soliti conflitti, le solite alleanze, più o meno le stesse agnizioni. Ma, d’altronde, si sa, sono le sfumature che contano: il Messico non è la Colombia (anche se un po’ le assomiglia) e quindi bisogna cercare di raccontare le cose in un modo un poco differente. Quello che colpisce immediatamente è come in questo nuovo capitolo ci sia decisamente più insistenza sul tema della corruzione: il male della nazione sembra essere infatti tutto concentrato nel modo scriteriato con il quale la politica e i poteri forti gestiscono il malaffare, nell’atteggiamento con cui non abbiano un attimo di esitazione a volere sempre di più. Anche nella Colombia di Escobar si intravedeva questa necessità di mostrare il marcio, ma in Narcos: Messico il dito sembra puntato ‒ in un modo o nell’altro ‒ sempre in quella direzione.
Torniamo però all’aspetto estetico che ‒ come sostenevo qualche riga più su ‒ mi pare l’elemento fondamentale per capire dove stia effettivamente la forza di questo lavoro. Sono infatti le attenzioni dedicate alla messa in scena che sembrano stavolta fare la differenza: semi-soggettive fuori fuoco, décadrage attentamente posizionati, cambi di registro repentini, l’insistenza di montaggi alternati nei momenti decisivi sono un insieme di costanti che creano una cifra stilistica che già dai primi episodi è perfettamente identificabile. E non perché questi elementi, come funzione espressiva, non venissero utilizzati anche nelle precedenti stagioni, bensì perché in questo nuovo Narcos sembrano emergere come la caratteristica peculiare con la quale si possa dire molto di più rispetto al solito racconto che ci parla di uomini che fanno del male ad altri uomini. La forma, insomma, è il contenuto, che sarà anche una storia vecchia, ma che quando la si racconta bene è sempre la più bella delle storie possibili.
Narcos: Messico [Narcos: Mexico, USA/Messico 2018 – in corso] IDEATORI Carlo Bernard, Doug Miro.
CAST Michael Peña, Diego Luna, Alyssa Diaz, Clark Freeman, Erneto Alterio, Fermin Martinez, Fernanda Urrejola, José María Yazpik, Joaquin Cosio, Matt Letscher, Teresa Ruiz Tenoch Huerta.
Poliziesco/Drammatico/Biografico, durata 55-70 minuti (episodio), stagione 1.