ITALIANI BRAVA GENTE – A cura di Gabriele Baldaccini
L’arte di arrangiarsi
Campane a martello inizia con un lento carrello sulla carcassa di una grande nave. Alcuni operai lavorano, cercano di recuperare del materiale che potrebbe essere riutilizzato; poco più in là, invece, si trovano soldati americani che stanno per salpare su un transatlantico che li condurrà nuovamente a casa.
Sono due immagini chiare e distinte: da una parte l’Italia, un paese che sta cercando di iniziare a ricostruire, facendo il conto dei cocci e provando a capire come poter affrontare l’immediato dopoguerra, dall’altra gli americani che con la loro vittoria detengono lo splendore, la ricchezza e forse anche la felicità. In mezzo a queste due suggestioni si colloca la storia di Agostina Bortolozzi e Australia, due giovani ragazze che hanno tirato a campare facendo il “mestiere più antico del mondo”. In realtà Agostina ha messo da parte una bella somma di denaro e, condiviso con la compagna, ha il sogno di aprire una camiceria. Il problema è che i soldi non ci sono più: li ha spesi tutti – per fare il bene di alcune orfanelle – Don Andrea, il sostituto dell’anziano parroco ormai passato a miglior vita e al quale la giovane ragazza aveva affidato tutti i suoi risparmi, in quanto – diceva – «non mi fido delle banche». In più, una volta tornata a Ischia, suo paese di origine, visto che la voce si è sparsa, tutti credono che sia una ricca benefattrice e puntano a spillarle altri denari.
Con questi elementi Zampa e Tellini mettono in piedi una commedia che odora ancora di neorealismo e cerca di raccontare alcune piccole ipocrisie di un paese che prova a rialzarsi facendo di tutto per non mostrare le proprie debolezze e la propria incapacità a gestirle: i due schierano da una parte la Chiesa (Don Andrea, sincero ma non troppo) e le due prostitute (l’arte di arrangiarsi), dall’altra la politica (piccola, miserabile, inconcludente) e fanno sì che la morale esca piano piano, senza grossi scossoni, conducendo a un picco di melodrammatica efficacia.
In fondo, Campane a martello, seppur piccolo e non così splendido, è un film che ci pone – e probabilmente poneva anche al pubblico dell’epoca – una domanda fondamentale per comprendere con che modalità si esprime il nostro animo più egoista: meglio affidare i nostri risparmi a chi – pur lucrandoci sopra – ci assicura che non li perderemo o meglio consegnarli a chi ci permetterà – a nostra insaputa – di divenire gli unici e indiscussi paladini della comunità? Domanda un po’ assurda e tendenziosa alla Slavoj Žižek, ma forse tra quelle decisive per comprendere alcuni dei paradossi etici della storia della commedia italiana.
Campane a martello [id., Italia 1949] REGIA Luigi Zampa.
CAST Gina Lollobrigida, Eduardo De Filippo, Yvonne Sanson, Carlo Romano, Carlo Giustini, Clelia Matania, Agostino Salvietti.
SCENEGGIATURA Piero Tellini. FOTOGRAFIA Carlo Montuori. MUSICHE Nino Rota.
Commedia, durata 109 minuti.