ANOTHER BRICK IN THE WALL
La rivoluzione all’italiana
Con Colpo di stato, il grande Luciano Salce firma Il dottor Stranamore all’italiana, paese inserito per una manciata di chilometri nella sfera d’influenza statunitense, dove il fantasma della catastrofe nucleare è prontamente esorcizzato dagli inciuci del potere.
Siamo alle elezioni del 1972 (ma il film è uscito nelle sale nel ’69 quindi lo si può considerare un’opera di fantascienza) e lo spoglio dei voti sarà effettuato in tempo reale da un contestatissimo calcolatore americano, simbolo dell’ingerenza d’oltreoceano sulla politica del Bel Paese. Un montaggio irrequieto e frammentato ci mostra una moltitudine di voci, tra i cronisti che danno per scontata la vittoria dei bianchi e gli esponenti del PCI, indignati dall’uso del cervellone elettronico. E invece, dopo una rimonta dell’ultimo minuto, il tabellone dei risultati segna la vittoria schiacciante del partito rosso e la RAI, per timore di destabilizzare gli animi, interrompe la diretta delle elezioni e trasmette un documentario sulla cupola del Brunelleschi, il tappabuchi perfetto per dar tempo agli statisti di capire se ci sarà l’accordo o la rivoluzione. Il problema non è da poco: sono ormai passati dieci anni dalla crisi dei missili di Cuba e, tra le due superpotenze mondiali, si è creato un equilibrio che ha ben poco di ideologico eppure fa comodo a tutti poiché preserva la pace.
Colpo di stato non ha un protagonista unico ma sceglie la pluralità dei punti vista e dei volti, passando – in un modo schizofrenico che ricorda l’Orson Welles più low budget – dalla camera da letto di due amanti che seguono distrattamente i risultati mentre copulano, alle sale del Vaticano, dove i porporati progettano già la fuga a sud, fino a mostrarci l’esultanza dei comunisti italiani, inconsapevoli che la vittoria inaspettata pone problemi anche ai loro capi. Salce compone il mosaico di un’Italia nel caos che tenta di schizzar via dalle mani della geopolitica internazionale tramite l’uso dello strumento democratico per eccellenza. Nella realtà, i comunisti non hanno mai prevalso sulla DC durante la guerra fredda, ma vale comunque la pena di porsi la domanda: «che cosa sarebbe accaduto se…?». Il regista romano se lo è certamente chiesto e, come dimostra Colpo di stato, non si faceva illusioni sulla risposta: chi nasce oppositore muore all’opposizione, e anche se i comunisti vincessero le elezioni in Italia, si troverebbe comunque il modo per mantenere lo status quo.
Colpo di stato [id., Italia 1969] REGIA Luciano Salce.
CAST Steffen Zacharias, Dimitri Tamarov, Anna Casalino, Bébert Marboutie, Orchidea De Santis, Amedeo Merli, Raffaele Triggia, Leo Talamonti.
SCENEGGIATURA Ennio De Concini. FOTOGRAFIA Luciano Trasatti. MUSICHE Gianni Marchetti.
Commedia/Politico, durata 105 minuti.