Alla conquista del West
Con Soldado Stefano Sollima si imbarca in una produzione a stelle e strisce, il secondo capitolo della saga di mercenari al limite della legalità che già ci aveva fatto conoscere le ambiguità dei personaggi di Benicio del Toro e Josh Brolin.
Anche in questo film, i protagonisti si districano nel mondo (poco) sommerso delle lotte tra cartelli per il controllo dei territori; in parallelo torna anche l’intreccio di ambizioni e responsabilità che i vari organi federali statunitensi costruiscono a cavallo del confine con il Messico.
Lungi dal voler ritrarre la realtà, Soldado riporta in scena una serie di personaggi e meccanismi narrativi già conosciuti, per comporre un racconto d’azione dal ritmo incalzante e tutto sommato convincente. Si ripetono i giochi di potere già proposti nel primo film, come quello tra FBI e CIA che elaborano strategie in base alle divisioni territoriali e alle rispettive giurisdizioni, ma anche e soprattutto le lotte tra i protagonisti ognuno alle prese con i propri dilemmi interiori. Viene iterato anche il modello della giovane fanciulla utilizzata come esca (a sua insaputa) dal resto dei personaggi per raggiungere il loro obiettivo, di fatto annullando l’unica presenza femminile del cast, declassandola a strumento al servizio altrui.
Stefano Sollima non è nuovo a questo genere e riesce ad adattarsi perfettamente alla linea stilistica dettata dal precedente filmico. Soldado costituisce anche un tassello in quello che appare come un piano di avvicinamento da parte dei professionisti del cinema italiano al mondo d’oltreoceano; sono infatti numerosi i casi che hanno visto negli ultimi anni le collaborazioni di registi (in particolare) italiani con cast e produttori americani, segno anche di una certa intensificazione dei rapporti tra le diverse catene produttive. Così questa volta tocca a Sollima, che se non altro ha saputo far collimare il suo stile con quello richiesto dalla narrazione, anche se il risultato finale non raggiunge il livello, soprattutto emotivo, dei suoi precedenti titoli cinematografici e non (ACAB e Romanzo criminale su tutti).
Di fatto, Soldado rappresenta un tassello interessante nella produzione italiana almeno per quanto riguarda la sua natura internazionale, che ribadisce le possibilità di una commistione di generi e visioni produttive a cavallo dei continenti. In un ambito più ampio, invece, il film non promette di rimanere impresso a lungo nella memoria degli spettatori, pur non commettendo nessun grosso errore in particolare, ma forse semplicemente attenendosi agli strumenti più basilari della narrazione.
Soldado [Sicario: Day of the Soldado, USA 2018] REGIA Stefano Sollima.
CAST Benicio del Toro, Josh Brolin, Isabela Moner, Jeffrey Donovan, Manuel Garcia-Rulfo, Catherine Keener, Matthew Modine.
SCENEGGIATURA Taylor Sheridan. FOTOGRAFIA Dariusz Wolski. MUSICHE Hildur Guðnadóttir.
Azione, durata 122 minuti.