SOUNDS GOOD
Modernariato
Oltre alla gradevole operazione di marketing vintage The Artist di Michel Hazanavicious, l’estetica e il linguaggio del cinema muto sono stati recuperati anche da film in cui la rielaborazione e l'”aggiornamento” della settima arte delle origini sono stati condotti in una maniera, perlomeno all’apparenza, o dichiaratamente più “autoriale” oppure come chiave di lettura metaforica dell’oggi.
Tra gli esempi del primo caso Blancanieves di Pablo Berger, stilizzata versione della celebre fiaba, e del secondo l’argentino La antena di Esteban Sapir, favola distopica sulle paure del presente girata come un film espressionista. Al di là di questa premessa sulle intenzioni, altro discorso è sostenere se i risultati siano effettivamente efficaci o se siano quelli dell’affascinante, un po’ “hipster”, ante litteram e curioso esercizio di stile. Nel caso della distopia de La antena siamo leggermente a metà strada. Nel futuro prossimo gli abitanti di una città hanno perso l’uso della voce. Le parole, ai personaggi del film tanto quanto allo spettatore, appaiono come immagini, come se le didascalie del cinema muto, uscite dai confini delle cornici, avessero fatto irruzione nelle inquadrature. La città è alle mercè di MrTv, autore di una sorta di dittatura mediatica attuata attraverso le frequenza della sua televisione. Il magnate non vuole limiti al suo potere e cerca così di rubare ai suoi cittadini anche le parole che si concretizzano visivamente, esprimendo così i loro pensieri. Il film di Sapir, già direttore della fotografia, è un susseguirsi di simbolismi e di riferimenti legati alla storia del cinema come alla contemporaneità e alla storia recente. Non dimentichiamo per esempio che si tratta di un film argentino, e che inevitabilmente quindi riecheggia il tragico passato prossimo della dittatura peronista, così come, talvolta didascalici, riecheggiano riferimenti a una concezione più vasta dei fascismi. Il surrealismo citazionista di fondo – da Fritz Lang alle avanguardie (Duchamp) all’immancabile luna di Méliès – veicola e rielabora così tematiche e paure urgenti o nascoste negli angoli della contemporaneità e pronte all’agguato. È, paradossalmente, pure in qualche modo preveggente nell’intercettare il rischio di bulimia ed esplosione delle immagini (anche le parole diventano immagini, ricordiamolo) che condizionano la capacità di pensiero e il senso critico, annullando riflessione e dialogo. Queste ed altre tematiche certamente traspaiono, ma alla lunga quello che a tratti è un visionario, affascinante, curioso e pure divertente ed emozionante oggetto di modernariato non riesce a sfuggire del tutto alla trappola della stilizzazione e del gioco cinefilo, mostrando, sequenza sorprendente dopo sequenza sorprendente, un po’ il fiato lungo e perdendo mordente.
La antena [id., Argentina 2007] REGIA Esteban Sapir.
CAST Alejandro Urdapilleta, Valeria Bertuccelli, Julieta Cardinali, Rafael Ferro, Ricardo Merkin.
SCENEGGIATURA Esteban Sapir. FOTOGRAFIA Cristian Cottet. MUSICHE Leo Sujatovich.
Drammatico, durata 90 minuti.