SOUNDS GOOD
A brawl is surely brewing!
Cuphead è un vero e proprio “caso” di videogioco indipendente di grande successo che si è rapidamente affermato tra i classici del genere, al pari di Super Meatboy, Fez e Minecraft.
Come molti tra i suoi predecessori, Cuphead è un platform bidimensionale che vanta uno stile grafico originale, “alternativo” − è proprio il caso di usare questa parola − al fotorealismo poligonale dei giochi triple-A, e un alto livello di difficoltà. Sembra impossibile che un prodotto così di nicchia abbia tanta fortuna, eppure il gioco targato Studio MDHR se l’è guadagnata azzeccando più di una intuizione. I disegni ispirati ai cartoni animati degli anni Venti e Trenta, che Cuphead non scimmiotta ma realizza con un livello qualitativo paragonabile a quello delle originali fonti d’ispirazione, è qualcosa che tutti conosciamo e ammiriamo, magari inconsciamente. Inoltre, il genere “boss rush”, che va dritto al sodo risparmiandoci le classiche maratone dei livelli a scorrimento, è perfetto per un prodotto breve ma desideroso di dimostrare le proprie qualità artistiche. Betty Boop, Braccio di ferro, le Silly Symphonies e molti altri classici dell’animazione sono espressamente citati in questo videogioco che non ha nulla di nostalgico ma, piuttosto, tenta sinceramente di riscoprire la tradizione del disegno a mano. Tale riscoperta non si limita alla tecnica realizzativa ma determina tutto lo stile Cuphead, che coglie alla perfezione il surrealismo, il senso dell’umorismo folle, la cattiveria (qui aumentata), il ritmo e il gusto per la trasformazione dei corpi che caratterizzava quell’incredibile e pazzo periodo del cinema di animazione prima che Biancaneve e i sette nani e i seguenti Classici Disney ponessero un freno a tutta quella sregolatezza. Cuphead è una gioia per gli occhi che ci aiuta a mettere a fuoco un paradosso dell’arte nella contemporaneità: mentre la grafica dei giochi tridimensionali invecchia nel giro di pochi anni, quella piatta e analogica di Cuphead è potenzialmente immortale, come i disegni di un film Disney che sopravvive alle mode e alle generazioni. Il gioco ci riporta, coerentemente con l’estetica da esso scelta, nel pieno dell’epoca jazz con una colonna sonora d’orchestra che tiene testa alle immagini per qualità e fantasia. Il jazzista Kristofer Maddigan ha infatti composto più di due ora e mezza di musica che, tra swing e bebop, accompagna l’azione ed è la ciliegina sulla torta che completa il carattere di vintage moderno che caratterizza l’intera opera. Naturalmente, Cuphead non è soltanto bellezza visiva e acustica o sarebbe un gioco riuscito a metà, da guardare comodamente su youtube tenendo i pollici a riposo. Esso ha sorpreso gli utenti con un sistema di controllo semplice ma efficace e sfidandoli con livelli ardui e imprevedibili; un po’ come accade in Dark Souls, l’esperienza può essere frustrante eppure continuiamo a giocare poiché sappiamo di avere tra le mani un prodotto di altissima qualità.
Cuphead [id., USA 2017] SVILUPPATORE Studio MDHR.
DISTRIBUZIONE Studio MDHR. PIATTAFORME PC, Xbox One.
Run and Gun, durata 15 ore circa.