Cara/o lettrice o lettore che ti stai apprestando ad aprire le pagine di questa prima pubblicazione dopo la pausa estiva, prima che tu ti immerga negli articoli scritti dai (media)critici che hai imparato a conoscere negli ultimi 7 anni, lascia che ti dica un paio di cose.
La prima è che non siamo spariti. Ci hai sicuramente letto da Venezia 75 e ti sarai chiesto come mai le uscite non rispettassero il consueto appuntamento del sabato. La risposta è che, da ora in poi, la pubblicazione degli articoli avverrà una sola volta, a fine mese. Non sarà una versione allungata del settimanale ma, al contrario, una sua evoluzione in una forma che ci permetta di ragionare meglio e con più spazio su ciò che accade nel mondo dei media, senza l’urgenza dell’uscita subitanea o del commento a caldo tra primo e secondo tempo, tranne che per poche occasioni particolari (Venezia era una di quelle). Siamo abbonati a tutte le principali piattaforme di streaming legale, Netflix, Amazon Video, Tim Vision, vvvvid etc. quindi, dopo averli visti in sala, avremmo tempo per rivedere alcuni film, colmare le lacune dovute alla sovreccitazione della prima visione, e riportarvi un’analisi più approfondita. La parte più corposa riguarderà naturalmente sempre il cinema ma cercheremo via via, numero dopo numero, di lavorare su tutte le altre forme di intrattenimento (ad esempio i videogiochi) che, soprattutto negli ultimi anni, stanno intrattenendo un rapporto sempre più stretto con la settima arte. Questo ci permette inoltre di studiare, ogni mese, un macrotema, legato al nostro presente storico o a una particolare ricorrenza, e raccogliere al suo interno contenuti di natura diversa che dirigeremo dentro un flusso coerente, nella speranza di scoprire gallerie del pensiero finora nascoste.
La seconda è che il nome della rivista, da ora in poi, sarà solo Mediacritica. Questo perché il “progetto di critica cinematografica”, sottotitolo che ha accompagnato dall’inizio questo fortunato neologismo sincretico, è giunto al suo naturale compimento. Mediacritica non è più solo un “progetto” di critica ma una redazione dove si fa critica e, là dove possibile, militanza culturale. Continuerà a essere “un luogo di sperimentazione nel quale i partecipanti possono esprimersi nel campo giornalistico e saggistico” come scrisse Roy Menarini – che divide con Sara Martin il ruolo di Presidente della Repubblica di Mediacritica – anzi, lo sarà ancor di più grazie a questa nuova veste.
Anche se abbiamo tutti anni di studi alle spalle, oggi è il nostro primo giorno di scuola. Mancheranno amiche a amici con cui abbiamo condiviso tanto e che ora seguono nuove strade, sempre nella critica. In fondo l’importante è che non si disperda quanto costruito, che la passione per il cinema e la critica si trasmetta e si trasformi e, con essa, i luoghi in cui esercitarla.
Care lettrici e cari lettori benvenute e benvenuti nel primo numero mensile di Mediacritica.