BLACK AMERICA
La modernità di Roger Corman
Produttore e regista indipendente e prolifico, Roger Corman è sempre stato un cineasta al passo − e a volte in anticipo − con i tempi, tanto nei temi quanto nel linguaggio, come dimostrano le sue pellicole sulla ribellione giovanile (I selvaggi, Il serpente di fuoco) e il suo più o meno diretto contributo alla formazione della New Hollywood.
Conferma tutto ciò L’odio esplode a Dallas, opera del 1962 incentrata sulle tensioni razziali e sulle battaglie per i diritti civili di quegli anni. Il film racconta la vicenda di Adam Cramer, un uomo appartenente a un’organizzazione razzista che giunge in una cittadina del sud degli Stati Uniti dove sta per essere eseguita una legge sull’integrazione tra bianchi e neri, a cominciare dalla scuola, che vedrà appunto il formarsi di classi miste. Il protagonista inciterà gli abitanti a ribellarsi e li spingerà ad azioni violente contro gli afroamericani, creando un’escalation di eventi che sfuggiranno presto di mano.
Anche se molto ancorata agli avvenimenti e al climax della propria epoca, la pellicola in questione risulta in realtà attuale ancora oggi, non solo perché i conflitti razziali sono tuttora al centro della cronaca statunitense ma anche in quanto qui si coniuga il tema della xenofobia verso gli afroamericani con quello del populismo di destra, tema al centro della politica odierna.
Infatti, Adam Craver – come alcuni attuali leader europei e internazionali – è una persona scaltra, cinica e a tratti carismatica che riesce a ottenere il consenso dei cittadini pronunciando discorsi che puntano ai loro pregiudizi e alle loro paure, insinuando falsità infamanti sugli avversari e sfruttando a suo favore qualsiasi avvenimento, come il proprio arresto o il presunto stupro di una ragazza. Elementi che vengono mostrati in modo diretto e conciso attraverso un racconto ellittico e una regia al tempo stesso serrata e creativa, pronta ad accentuare la forza drammatica di alcune sequenze tramite il taglio particolare di determinate riprese e di determinati nodi di montaggio, come dimostra l’intensa scena della “marcia” degli studenti afroamericani verso la loro nuova scuola.
Uno stile che coniuga quindi il massimo della sintesi con il massimo della drammaticità, in quella che è una caratteristica tipica del cinema di Corman e di altri b-movies, che nei casi migliori sfruttano il poco tempo e le scarse risorse economiche a disposizione in modo contemporaneamente originale e incisivo.
Ed è anche per tali modalità espressive, oltre che per i suoi contenuti, che un’opera come questa risulta ancora oggi moderna ed efficace, attuale e pregnante.
L’odio esplode a Dallas [The Intruder, USA 1962] REGIA Roger Corman.
CAST William Shatner, Frank Maxwell, Beverly Lunsford, Robert Emhardt, Leo Gordon.
SCENEGGIATURA Charles Beaumont (tratta dal suo romanzo omonimo). FOTOGRAFIA Taylor Byars. MUSICHE Herman Stein.
Drammatico, durata 82 minuti.