BLACK AMERICA
Black rich kids
C’è così tanta carne al fuoco in Dear White People che risulta complicato districarsi tra i vari livelli linguistici e concettuali senza perdere di vista il filo narrativo dei vari episodi e stagioni. Sam White è la colonna portante della serie, ma intorno a lei girano personaggi più o meno stereotipati che compongono un coro di ideali e di prospettive che non sempre riescono a convivere pacificamente, dando vita a continui scontri, personali e sociali.
Il prestigioso ateneo che ospita la Armstrong/Parker (la casa black dove è ambientata la serie) vanta una lunga storia e un’altrettanto antica tradizione di confraternite e associazioni culturali, grazie alle quali le culture etniche minoritarie sono riuscite a vincere il muro del tempo. Insieme alle radici sociali però si sono tramandate anche le storture tipiche di questo genere di organizzazioni. Sam e i suoi amici si fanno quindi portavoce di una purezza di valori che vorrebbe da un lato conciliare le loro differenze intrinseche, dall’altro dimenticare eventuali errori e scorrettezze che li metterebbero in una posizione scomoda.
Quello che emerge in Dear White People è anche una certa impossibilità di mantenere la propria indissolubile fedeltà ai valori, poiché le dinamiche sociali contraddicono insistentemente le relazioni e gli atteggiamenti, finendo con il fornire, anche ai più incapaci, materiale importante per attaccare chi si crede, appunto, inattaccabile. Si mette in discussione anche il bisogno di radicalizzare sempre tutto, al limite della credibilità, lasciando intravedere i sensi di colpa che ognuno cerca di espiare con le varie lotte. Si pensi per esempio a Sam stessa: figlia di padre bianco (da lui amatissima e supportata) e innamorata proprio di un bianco, deve anche lavarsi la coscienza per il fatto di essere benestante, come tutti i suoi compagni di ateneo. Chiaramente non c’è nessun errore a cui rimediare, ma tutto questo genera comunque un moto di rabbia che si dirige verso una società, o, per meglio dire, verso certi gruppi sociali, che impediscono di vivere serenamente alcune situazioni. Nella serie i moti suprematisti bianchi sono lasciati ai margini e per lo più appaiono in risposta a supposte provocazioni ricevute dal black power più estremo. La realtà dei fatti sappiamo essere molto distante da questo mondo incantato e protetto che è la Armstrong/Parker, ma senz’altro il risultato è funzionale a far parlare di certe dinamiche intricate, difficili da capire a fondo senza attenti studi. Nel mondo patinato e accattivante in cui vivono Sam e compagni, i movimenti studenteschi propongono una lettura in miniatura di una stratificazione e appropriazione sociale che dura ormai da secoli.
Dear White People [id., USA 2017 – in corso] IDEATORE Justin Simien.
CAST Logan Browning, Brandon P. Bell, DeRon Horton, Antoinette Roberston, John Patrick Amedori, Marque Richardson, Ashley Blaine Featherson.
Commedia satirica, durata 30 minuti (episodio), 2 stagioni.