BLACK AMERICA
New Black Realism
L’obbiettivo di Boyz n the Hood – Strade violente è senza dubbio quello di fare centro al primo colpo senza stare a perdersi in troppi fronzoli.
Lo si nota in quanto una volta visto il film ciò che ne rimane è effettivamente il cuore del problema: in determinate condizioni sociali, può la violenza essere l’unico modo per potersi esprimere? Ruota infatti tutto attorno a questo domanda cruciale il film di John Singleton. Le storie della Los Angeles dei ghetti neri, delle esistenze di Three, Darin, Ricky e di tutta la comunità afroamericana che ogni giorno deve lottare contro se stessa, hanno però in realtà un ruolo molto più simbolico che rappresentativo: raccontare lo scontro interiore e inconscio di un ecosistema basato su precisi equilibri. Questi ultimi, per essere destabilizzati, hanno bisogno di shock emotivi o di profonde riflessioni che mettano in discussione la natura perversa dei propri processi culturali. La pellicola di Singleton allora, insistendo su questi piani, funziona proprio perché prima di tutto cerca di far quadrare le scene, dando ai personaggi un dinamismo morale ed etico che possa andare oltre i confini del film. Il modo quasi subdolo, ad esempio, di attribuire toni da commedia ad alcuni frangenti della narrazione è la caratteristica più utile per far sì che resti addosso il più possibile il sapore delle vite dei tre giovani protagonisti. Non c’è dunque insistenza nel porre la questione da una prospettiva eccessivamente realistica (anche se poi l’intento è praticamente quello), ma c’è comunque sia grande praticità nel collocare le varie tappe di crescita secondo regole degne di un romanzo di formazione: è logico che la figura di Three diventi fondamentale per rappresentarne il percorso evolutivo, dall’infanzia agli scontri intergenerazionali, dal primo amore al corpo a corpo psicologico con la morte. C’è in fondo un tragitto morale che ci conduce per mano, ma anche uno sconforto che deriva dall’impossibilità di comprendere completamente tutti i mondi contenuti nei corpi sociali di una comunità a noi per molti aspetti sconosciuta. In questi spazi si colloca l’importanza di Boyz n the Hood, primo notevole esempio di quella nuova onda che verrà definita “New Black Realism”.
Boyz n the Hood – Strade violente [Boyz n the Hood, USA 1991] REGIA John Singleton.
CAST Cuba Gooding Jr., Ice Cube, Morris Chestnut, Laurence Fishburne, Nia Long, Angela Bassett, Regina King. SCENEGGIATURA John Singleton. FOTOGRAFIA Charles Mills. MUSICHE Stanley Clarke, Roger Troutman.
Drammatico, durata 107 minuti.