The show must go on
Sulla scia del modello Blumhouse e del thriller claustrofobico col quale si sono cimentati anche i Manetti Bros con Paura 3D, Die in One Day ha il grande merito di rivitalizzare il new horror all’italiana mettendo in scena un gioco al massacro in bilico tra il controllato e fine slasher d’autore e l’ambizione di saturare la scena di umori grotteschi espungendo ogni velleità parodistica.
Se nel film dei Manetti, gore conclamato e senza tanti fronzoli, si gode dell’estetica iperviolenta in toni autocompiaciuti con fiotti indiavolati di torture porn, in Die in One Day la strage in interni, questa volta tra le quinte di un deathmatch perverso in cui la posta in gioco è la sopravvivenza e un’ingente somma di denaro, avviene nell’immediatezza di un malsano incubo teatrale sul filo del rasoio. Stretti nella morsa di un inquietante “master of puppets” che dirige le mosse dei suoi scagnozzi, i malcapitati aspiranti attori devono lottare contro un team di cacciatori mascherati a suon di improvvisazioni continue per salvarsi la vita e per intascarsi la ricompensa. Richard (David White) è spinto nella fucina degli orrori da Sasha (Kateryna Korchynska), una ragazza conosciuta per caso, e dal desiderio di conquistare il premio finale per strappare la giovane figlia all’ex moglie tossica e al pericoloso compagno. L’impalcatura narrativa del film, scritto e diretto da Eros D’Antona con lo spirito fiero di un solido prodotto indie e interpretato da un gruppo affiatato di attori, non ha bisogno di ellissi o digressioni per funzionare, basta un dramma familiare appena sfumato tra le trame di un lineare thriller accerchiante non sporcato dalla productor’s cut. Come Rob Zombie in 31, il regista mantiene infatti il pieno controllo sulla gestazione omaggiando l’horror Made in Italy attraverso un girato in interni che si regge su una tensione strisciante, sempre sul punto di esplodere, propedeutica a improvvisi colpi di scena e a ben studiati capovolgimenti di fronte. Come in un artistico snuff movie, Die in One Day si divide tra l’ambizione filosofica di riflettere sulla moderna lotta di classe attraverso la metafora della guerra privata tra ricchi e poveri e la rappresentazione del voyeurismo sociale che brama il sangue e il virtuosismo del delitto, alla maniera di Dario Argento e di altri maestri dell’horror nostrano. Il macabro spettacolo borghese per borghesi in cui la performance salvavita si salda all’esibizione da Grand Guignol, non può che identificarsi con la spettacolarizzazione sovraesposta e multi-schermo della nostra società interconnessa, andando a creare una gabbia che ha occhi dappertutto e che, cosa ancora più inquietante, diventa contagiosa come una pandemia dell’anima.
Die in One Day [Italia 2018] REGIA Eros D’Antona.
CAST Kateryna Korchynska, David White, Mirko D’Antona, Cinzia Susino, Biagio Sampietro.
SCENEGGIATURA Eros D’Antona. FOTOGRAFIA Eros D’Antona. MUSICHE Andrea C. Pinna.
Horror/thriller, durata 79 minuti.