37° Premio Sergio Amidei, 12 – 18 luglio, Gorizia
Storia collettiva e storia individuale
Premiato con la Coppa Volpi per il Miglior Attore all’ultima Mostra del Cinema di Venezia e poi passato alla cronaca per l’arresto e il rilascio del suo regista al ritorno in patria, il libanese L’insulto di Ziad Doueiri si aggiudica anche il Premio internazionale alla migliore sceneggiatura “Sergio Amidei” 2018, consegnato al regista e alla sceneggiatrice Joëlle Touma simbolicamente “presenti” nella cornice del Parco Coronini di Gorizia con un videomessaggio.
L’opera narra di un banale litigio tra un cristiano libanese e un rifugiato palestinese che si trasforma prima in un piccolo processo locale e successivamente in un grande caso giudiziario nazionale dalle valenze storiche e politiche. Questo perché i contendenti appartengono a due “popoli opposti” che per anni si sono ferocemente combattuti in un sanguinoso scontro armato. Risulta evidente fin dal plot che il lavoro in questione affronti tramite le modalità narrative del legal drama (buona parte del film si svolge in tribunale) un tema specifico come la guerra civile libanese e, soprattutto, una problematica più universale e generale quale il rapporto a vasi comunicanti tra Storia collettiva e storia individuale. L’insulto mostra infatti come queste s’influiscano a vicenda: così, se il piccolo scontro tra due individui qui si evolve in un importante caso politico e mediatico che coinvolge le masse, nel corso del film si vedrà come i conflitti e le guerre di quarant’anni prima abbiano a loro volta condizionato gli atteggiamenti e le azioni dei protagonisti. Elementi con cui l’autore ci comunica quanto la Storia influenza e viene influenzata da tutti, anche dalle persone più comuni e con meno potere. Una serie di riflessioni espresse in un lavoro di buona fattura che si regge soprattutto sulle intense performance dei suoi attori (sia i protagonisti sia i comprimari) e su una sceneggiatura che alterna abbastanza efficacemente dramma a tinte forti e scavo psicologico. Così, se lo script è da un lato costituito da azioni impulsive, colpi di scena un po’ forzati e situazioni private ad alto tasso emotivo, dall’altro è strutturato sull’approfondimento graduale dei suoi protagonisti, inizialmente presentati come personaggi netti e senza sfumature e successivamente umanizzati e analizzati nei loro torti e nelle loro ragioni, nella loro rigidità morale e nelle loro evoluzioni psicologiche. Tutto ciò in un film piuttosto convenzionale nel linguaggio e nella struttura, che ha magari il difetto di essere un po’ programmatico e didascalico nel racconto e nell’espressione dei contenuti, ma che risulta complessivamente solido e incisivo, grazie soprattutto a un cast adeguato e a una sceneggiatura che coniuga piuttosto abilmente melodramma, approfondimento psicologico e riflessione storico/politica.
L’insulto [L’insulte, Libano 2017] REGIA Ziad Doueiri.
CAST Adel Karam, Rita Hayek, Kamel El Basha, Christine Choueiri, Camille Salomé.
SCENEGGIATURA Ziad Doueiri, Joëlle Touma. FOTOGRAFIA Tommaso Fiorilli. MUSICHE Eric Neuveux.
Drammatico, durata 113 minuti.