37° Premio Sergio Amidei, 12 – 18 luglio, Gorizia
Contaminazioni
Teatro di guerra non è solamente il racconto dell’allestimento di uno spettacolo: i teatranti si muovono lenti, nella penombra del palcoscenico, e il cinema si riappropria dei suoi personaggi non appena questi scendono dal palco, li segue, li fa interagire, scrutando curioso il privato di ciascuno di loro. Poi si ritorna a teatro, poi di nuovo fuori, e così via, intrecciando le due forme d’arte in un film che si caratterizza grazie a questa giostra.
Mario Martone imprigiona il “teatro per davvero” sotto forma di un’emozionante messa in scena di I sette contro Tebe, tragedia di Eschilo che lo stesso regista ha allestito nel 1996 al Teatro Nuovo di Napoli. Dall’altro lato recupera la scena della vita napoletana, quella delle cantine riadattate del vecchio teatrino situato nei quartieri spagnoli della città, nel quale provano Leo e la sua compagnia. Si scava nel privato, seguendoli nelle loro vite, nei loro interni domestici: chi lavora come insegnante, chi ancora studia, chi ha un passato da tossicodipendente, chi è stata messa da parte come un vecchio straccio, sono storie nella storia, piccoli episodi così normali e sinceri che rendono appassionante Teatro di guerra, capace di tenere uniti tutti i fili dello spaccato che ritrae.
Ancora di più Martone vuole avvicinarsi alla Storia, quella del 1994, terzo anno di guerra in Bosnia ed Erzegovina. La scelta della tragedia greca non è casuale: I sette contro Tebe, racconta la lotta fratricida tra Eteocle e Polinice, figli di Edipo, una battaglia per avere il potere assoluto su Tebe. Come la città greca, anche Sarajevo è accerchiata dall’esercito nemico, bloccata ogni via d’uscita, ogni porta, in un assedio durato quasi quattro anni. Una sceneggiatura e una regia costruite nel vero e sul vero, concentrate su una minoranza coraggiosa che compone uno spettacolo con l’unico obiettivo solidale di proporlo nella città sotto attacco. Per quanto sentita sulla propria pelle, quella con Sarajevo rimane una vicinanza sottesa, rimarcata anche dalla scelta di non mostrare mai immagini della capitale straniera, solamente un triste titolo di giornale come riferimento storicamente accurato. Distante e sconosciuta ma empaticamente vicina a Napoli, essa stessa segnata da una quotidiana irrequietezza, un equilibrio a rischio soprattutto in un quartiere nel quale operano piccoli gruppi camorristi in lotta tra loro.
Presentato nella sezione “Un certain regard” al 51. Festival di Cannes, Teatro di guerra non ha fronzoli, è invadente, girato in 16mm e poi “gonfiato” a 35mm, saturo di colore e di ombre, non ha mezzi termini nella sua sfacciata alternanza di palchi, tra illusione teatrale e sconcertante realtà.
Teatro di guerra [Italia 1998] REGIA Mario Martone.
CAST Andrea Renzi, Anna Bonaiuto, Iaia Forte, Roberto De Francesco, Marco Baliani, Francesca Cutolo, Angelo Montella.
SCENEGGIATURA Mario Martone. FOTOGRAFIA Pasquale Mari. MONTAGGIO Jacopo Quadri.
Drammatico, durata 112 minuti.