37° Premio Sergio Amidei, 12 – 18 luglio, Gorizia
L’apologia di Malcolm X
Ci sono documentari che fanno della semplicità un punto di forza perché trattano temi così eclatanti e coinvolgenti che lo spazio per l’autore, inteso come volto e personalità, è poco, e allora egli fa bene a mettersi a lato e lasciar parlare le immagini di repertorio e i testimoni.
È il caso di Malcolm X, film elegia del leader politico e religioso afroamericano che ne ripercorre la vita in modo cronologico, dalla nascita fino alla tragica morte, con un sapiente montaggio di contenuti televisivi e filmati amatoriali e l’uso occasionale delle voci narranti, che recitano passaggi presi dall’Autobiografia di Malcolm X. Film sinceramente schierato, che ha l’intento di rendere onore a un personaggio tra i più controversi della storia americana, descrivendone i natali e l’evoluzione del pensiero, in un periodo in cui l’informazione si limitava a descriverlo come estremista e fomentatore di folle. L’operazione fu così riuscita che valse ad Arnold Perl una candidatura postuma all’Oscar per il miglior documentario e, vent’anni dopo, Spike Lee firmò un biopic sullo stesso soggetto, che deve moltissimo al lavoro di Perl. Il capolavoro di Spike Lee riprende, infatti, intere sequenze dal documentario oltre a riproporre lo stesso, straordinario, elogio funebre recitato da Ossie Davies a chiusura della storia.
Dopo i tragici ricordi d’infanzia e alcuni brevi accenni al passato criminale a Boston, la preziosa selezione d’interviste si sofferma a raccontare il Malcolm X affiliato a “Nation of Islam”, la rottura coi propri capi e mentori, gli attentati alla sua vita e il viaggio a La Mecca dove Malcolm scopre che i problemi degli Stati Uniti non coincidono con quelli del mondo e che le etnie possono convivere. Il dipinto che si traccia è quello di un predicatore rigido eppure dal pensiero molle, perché costretto a mettere in discussione le nozioni che egli stesso insegnava e progredire verso forme di protesta più vicine alla sensibilità del mondo contemporaneo. Malcolm X ha l’indiscutibile pregio di raccogliere una grande quantità di interventi televisivi, selezionarli, e salvarli dall’oblio, organizzandoli nella forma-film. Le immagini proposte da Perl sono tutte concentrate sul volto di X, potentissimo per la sua capacità di bucare lo schermo e importante per la creazione del suo mito che permane ancora oggi. Per chi vive negli Stati Uniti, infatti, Malcolm X sarà sempre l’anti Zio Tom: l’uomo nero istruito, autorevole e non asservito, capace di parlare ai media come e meglio dei leader bianchi. Il documentario di Arnold Perl ha certamente avuto un ruolo importante nel consolidamento di questa narrazione, che ha saldato Malcolm X nella memoria collettiva di tutti afroamericani.
Malcolm X [id., USA 1972] REGIA Arnold Perl.
CAST James Earl Jones, Ossie Davis, Malcolm X, Muhammed Ali, Angela Davis, Jesse Jackson, Martin Luther King, Betty Shabazz, Elijah Muhammad.
SCENEGGIATURA Arnold Perl (dal libro Autobiografia di Malcom X di Malcom X e Alex Haley). SUONO Francis J. Scheid. MONTAGGIO Mick Benderoth.
Documentario, durata 91 minuti.