SPECIALE RUSSIA 2018
La fine di un’era
Il gioco del calcio è spesso stato un elemento centrale in molti film italiani, un fenomeno con il quale dover fare i conti per poter descrivere in maniera lucida e precisa alcune tendenze sociali della nazione e del sistema culturale all’interno del quale questa si esprimeva.
Il calcio però è stato uno sport che in Italia ha sempre ispirato scene, o addirittura intere sceneggiature, di un cinema legato soprattutto alla commedia: dal racconto della sua nascita ne L’arcidiavolo al presidente-tifoso del Presidente del Borgorosso Football Club, dalle sfuriate isteriche di Gassman ne I mostri ai più vari episodi dei molti film del ragionier Ugo Fantozzi, questo sport amatissimo dagli italiani ha sempre trovato terreno fertile in un genere che doveva per forza di cose far sempre notare con estrema ironia i difetti e le storture del nostro tanto amato/odiato popolo.
In questa direzione Ultimo minuto di Pupi Avati effettua una sterzata importante: è uno dei primissimi esempi in cui al calcio tocca confrontarsi, più che con toni ironici o grotteschi, con il dramma esistenziale di chi lo vive o lo ha vissuto come qualcosa che conta tanto quanto la propria vita. La storia del direttore sportivo Walter Ferroni (secondo alcuni, personaggio ispirato al primo Moggi) è infatti una vicenda triste e con pochissimi spiragli di speranza: dal suo provare a fare di tutto per riconquistare il posto perduto, a causa di un cambio di rotta repentino voluto dal nuovo presidente, alle vicende personali con la figlia che lo accusa di non esserle mai stato vicino, il quadro ritratto da Avati è quello di un’Italia plumbea, che trova nel calcio una valvola di sfogo o solo un modo per fare soldi facili. Non c’è passione, non c’è fiducia e nemmeno illusione. In questa dimensione però si configura anche un discorso che ci descrive perfettamente la fine di un genere: il Tognazzi-Ferroni a fine carriera trascina con sé e i suoi problemi tutto un modo italiano di ridere intelligentemente al cinema che ormai sembra impantanato e non più efficace. La battuta nel film di Avati sembra infatti spesso freddata spietatamente, congelata e resa il più possibile invisibile, come se ci fosse bisogno di far appunto notare che, nonostante si provi a essere come si era un tempo, le cose sono cambiate e i tempi gloriosi (calcistici e no) non torneranno mai più. Un film su un asfissiante presente e un incertissimo futuro, che non brilla per illuminazioni nella messa in scena, ma che sa bene come trattare un argomento delicato che, volendo o meno, simbolicamente si lega alla fine di un’era.
Ultimo minuto [Italia 1987] REGIA Pupi Avati.
CAST Ugo Tognazzi, Diego Abatantuono, Elena Sofia Ricci, Massimo Bonetti, Lino Capolicchio, Giovanna Maldotti.
SCENEGGIATURA Pupi Avati, Antonio Avati, Italo Cucci. FOTOGRAFIA Pasquale Rachini. MUSICHE Riz Ortolani.
Drammatico/Commedia, durata 128 minuti.