Il Cinema Ritrovato 2018, Bologna, 23 giugno – 1 luglio 2018
Come i pini di Roma, la vita non li spezza
Tutto in una notte. Un ladro spiritoso e disincantato, un ragazzo che ha appena tentato il suicidio per una donna, una dattilografa diciassettenne che lavora troppo. S’incontrano per caso, nella Roma appena liberata del 1945, tra il tabarin Eldorado, un bar e una bisca clandestina (“Circolo di ricerche biopsichiche”).
Tra soldati americani e prostitute, mentre una collana di perle di dubbia provenienza passa di mano in mano – il MacGuffin del film –, i tre incrociano il loro destino con quello di altre figure bizzarre, tra cui spicca il pazzo smemorato, di rara eleganza, interpretato dal solito, impagabile, Vittorio De Sica. Il soggetto è di Ennio Flaiano, che compare in un ruolo secondario (è un semplice poliziotto), ma Roma città libera, delizioso film di Pagliero conosciuto in alternativa con il titolo La notte porta consiglio, è stato sceneggiato anche da due nomi fondamentali del cinema italiano degli anni d’oro, come Cesare Zavattini e Suso Cecchi D’Amico, agli inizi della sua lunga carriera. Pagliero, da attore passato alla regia (era l’ingegner Manfredi in Roma città aperta), assicura una perfetta direzione degli interpreti e, da grande conoscitore della natura umana, arricchisce i suoi personaggi con sfumature comportamentali di rara precisione e umanità.
Prima di trasferirsi in Francia per diventare “l’italiano di Saint-Germain-des-Prés”, l’amico di Sartre, gira questo film non abbastanza celebrato, che, nei toni dolceamari e nella capacità di fotografare un luogo e un momento storico ben preciso, s’impone come un anticipatore della grande stagione della commedia all’italiana. E se in film molto importanti per il cinema francese degli anni Cinquanta (Un homme marche dans la ville (1950), dramma passionale con echi del realismo poetico di Carné; Les amants de Brasmort (1951), che ha quasi il gusto per le atmosfere “acquatiche” d’un Grémillon), l’attenzione al mondo del lavoro da parte di Pagliero è evidente, la Roma de La notte porta consiglio pullula di sfaccendati, disonesti, perdigiorno, e c’è pure chi – il ladro a cui Nando Bruno regala la sua corporeità ingombrante – si vanta di non aver mai lavorato in vita sua.
Con i grandi noir coevi del cinema americano il film ha in comune, oltre alla fotografia ombrosa dell’ottimo Aldo Tonti (suo anche quel grande film “nero” che è il viscontiano Ossessione), un personaggio di “dark lady”, la donna divisa tra tre uomini, l’immagine della quale si riflette nelle tre ante di uno specchio. Come dimostra in seguito, nella sottovalutata trasposizione pirandelliana Vestire gli ignudi (1954), Pagliero, di solito poco avvezzo agli inutili virtuosismi, è un regista a cui non manca né il gusto del dettaglio, né le improvvise impennate stilistiche, che infuocano di sentimenti forti i fotogrammi dei suoi film. Pagliero regista libero.
Roma città libera [Italia 1948] REGIA Marcello Pagliero.
CAST Nando Bruno, Valentina Cortese, Andrea Checchi, Vittorio De Sica, Ennio Flaiano.
SCENEGGIATURA Ennio Flaiano, Suso Cecchi D’Amico, Cesare Zavattini, Marcello Pagliero, Luigi Filippo D’Amico. FOTOGRAFIA Aldo Tonti. MUSICHE Nino Rota.
Commedia, durata 81 minuti.