SPECIALE RUSSIA 2018
Contro l’individualismo
Nel calcio le figure di spicco e i leader carismatici sono importanti, ma ad essere ancora più rilevante è la collegialità, imprescindibile in uno sport di squadra retto da una struttura economica complessa e stratificata.
Questa è, fondamentalmente, l’idea sostenuta da Il maledetto United, film che racconta la storia vera di Brian Clough, giovane e promettente allenatore di football che nel 1974 venne assunto come coach dei Leeds in seguito alle dimissioni del loro storico mister Don Revie, passato alla nazionale britannica. L’incarico durerà però solo quarantaquattro giorni, in quanto i cattivi rapporti tra il protagonista e i membri della squadra daranno vita a una serie di importanti sconfitte sul campo da gioco. Anche se all’inizio il lavoro in questione sembra esaltare le straordinarie potenzialità dell’individuo tramite il racconto dell’ascesa del protagonista (che passa da una formazione minore a una delle squadre più importanti del calcio inglese), in realtà siamo di fronte a un’opera che – soprattutto nella seconda parte – si concentra sul momentaneo e parziale fallimento del singolo, come dimostra il finale, quando l’allenatore dovrà dimettersi e ripensare ai propri comportamenti.
Un insuccesso imputato quasi completamente a Clough, qui rappresentato come un uomo abile ma troppo ambizioso e sicuro di sé, la cui incapacità di ascoltare e lavorare con gli altri lo porterà alla rottura con i suoi collaboratori e quindi alla deriva finale, in quella che è una soluzione narrativa che rende evidente l’atteggiamento critico del film verso gli “uomini soli al comando” e l’ideologia del “self-made man”. In tale direzione, non è un caso che nell’opera non si provi quasi mai empatia o simpatia per il protagonista, il quale viene anzi presentato come un uomo presuntuoso e petulante tanto dai corrosivi dialoghi di Peter Morgan quanto dalla buona interpretazione di Michael Sheen. Una distanza marcata anche dalla regia di Tom Hooper, la quale – nonostante l’uso di una fotografia dai colori pastello – risulta volutamente fredda e statica con le sue inquadrature fisse che pongono i personaggi lontani dalla cinepresa e spesso decentrati nello spazio, come a esaltare la loro solitudine e il loro distacco dal pubblico. Caratteristiche che rendono il film magari freddo e poco coinvolgente, ma comunque coerente con i propri obiettivi, portati avanti in modo efficace e intelligente da una regia, una sceneggiatura e delle interpretazioni che si integrano in maniera compatta per narrarci una storia che si concentra sugli errori di un individuo per ribadire la necessità del lavoro collettivo.
Il maledetto United [The Damned United, Regno Unito 2009] REGIA Tom Hooper.
CAST Michael Sheen, Timothy Spall, Colm Meaney, Henry Goodman, Maurice Roëves.
SCENEGGIATURA Peter Morgan (dall’omonimo romanzo di David Peace). FOTOGRAFIA Ben Smithard. MUSICHE Rob Lane.
Drammatico, durata 97 minuti.