14° Biografilm Festival – International Celebration of Lives, 1–24 giugno 2018, Bologna
Smarrirsi in personalità labirintiche
Dalla selezione ai Cannes Classics fino al Biografilm Festival, arriva in Italia il documentario di Mark Cousins che scandaglia, grazie all’esclusivo accesso agli archivi di Beatrice Welles, zone poco esplorate della personalità di Orson Welles.
In netta opposizione col precedente The Story of Film, The Eyes of Orson Welles sceglie un approccio meno didattico e più personale, seguendo una scansione in capitoli arbitraria e intuizioni spesso suggerite dai bei disegni di Welles stesso, caricature ricche di umorismo e, occasionalmente, bozzetti di scena e quadri finiti. Se la trovata iniziale, Cousins che scrive una lettera a un anziano Welles per raccontargli il mondo d’oggi, è efficace per affermare che ci troviamo davanti a un documentario-flusso quasi intimo, bisogna anche costatare che la mancanza di una struttura che racchiuda le singole riflessioni, alle volte molto valide, in qualcosa di più grande, può farci rimpiangere la semplicità e la natura divulgativa di The Story of Film. The Eyes of Orson Welles presuppone una conoscenza di base dell’autore e personaggio, ma non solo, richiede che lo spettatore lo ami quanto Mark Cousins, o quasi, altrimenti egli non troverà d’interesse la disamina dei suoi disegni e l’analisi quasi maniacale della sua personalità, che, come un fascio di luce che passa attraverso un prisma, è frazionata in diversi aspetti che danno nome ai capitoli del film.
Forse, però, Mark Cousins si è preso carico di un’impresa troppo ambiziosa perché, dopo un racconto più o meno cronologico della giovinezza di Welles, il documentario abbandona ogni velleità di completezza e ferma la cronaca ai primi anni ’70, glissando sull’ultimo decennio di vita e sulla morte di Welles. Forse in quel periodo Welles ha smesso di disegnare? Non lo sappiamo ma la sensazione è che Cousins necessitasse di molto più tempo per raccontare uno dei sui idoli cinematografici (e non solo) con la minuziosità che sembra ricercare. Il risultato è un film dalla struttura un po’ incerta e che sembra traboccare continuamente dai propri bordi, tanto ci sarebbe da parlare di un personaggio così complesso. Nonostante ciò, si tratta di un film imperdibile per chiunque ami l’autore di Quarto potere e muoia dalla voglia di vedere i suoi disegni e le sue foto inedite.
The Eyes of Orson Welles [id., Regno Unito 2018] REGIA Mark Cousins.
SCENEGGIATURA Mark Cousins. FOTOGRAFIA Mark Cousins. MONTAGGIO Timo Langer.
Documentario, durata 110 minuti.