Ultimo viaggio a Isla Nublar
In un passato non così tanto giurassico, un periodo in cui il mondo scopriva il blockbuster moderno fatto per invadere più mercati oltre a quello cinematografico, Spielberg raccontava sinceramente l’utopia dietro allo stupore nel vedere realizzati i propri sogni. L’euforia per le infinite possibilità delle nuove scienze ben presto si trasforma nell’orrore evocato dall’uomo che gioca a fare Dio. Nel secondo episodio all’orrore si sostituisce la consapevolezza e l’esperienza, un arricchimento del senso di stupore di fronte all’impossibile.
Ecco questo in sintesi è il riassunto del dittico giurassico di Spielberg, Jurassic Park e Il mondo perduto. Il reboot, che vede ora il secondo episodio, Jurassic World – Il regno distrutto, segue piuttosto fedelmente le orme seminate dal maestro, forse solo con un difetto, proprio non riesce a suscitare quello stupore che muoveva la precedente serie.
Se il primo episodio quantomeno cercava di ricreare il senso di meraviglia facendo leva sull’ultimo interrogativo rimasto sospeso, vedere il Jurassic Park completo e funzionante, ciò trascinava un blockbuster alla fine dei conti piuttosto prevedibile. Il regno distrutto invece si perde nel voler essere a tutti costi, al pari de Il mondo perduto, un film prettamente di tensione e avventura, senza mai realmente suscitare nessuna delle due, virando spesso, e senza motivo, sulla comedy. Il regista J.A. Bayona, nonostante abbia alle spalle una storia troppo emulativa e fondata su basi riciclate, riesce lo stesso a creare alcune sequenze action notevoli e suggestive, come la catastrofe che mette in moto tutta la vicenda, e che con molta amarezza ci mostra la fine di un sogno. L’eruzione del vulcano a Isla Nublar minaccia di esplodere da un momento all’altro portando così a una seconda estinzione di tutti i dinosauri sulla Terra, una catastrofe che incrocia nuovamente i destini di Owen e Claire, impegnatisi in una spedizione di salvataggio per alcune specie. Una missione ambientalista, ma che ben presto si dimostra una facciata per qualcosa di ben peggiore.
Il regno distrutto è una pellicola che si propone come una riedizione dello spirito che incarnava Il mondo perduto, ma lo fa stancamente, quasi come obbligo, non si prende mai il tempo neanche per ricercare il senso d’avventura che una spedizione in un mondo antico di certo susciterebbe. Troppo frettolosamente raggiunge la seconda parte che diventa presto un teatrino sulla stupidità e avidità umana, che nulla aggiungono a tutto quello che già si era visto in passato sugli errori dell’uomo che vuole controllare la natura. Un reboot pigro e superfluo, ma che per sua fortuna porta con sé un’eredità legata ancora alla meraviglia di vedere i dinosauri camminare sulla Terra.
Jurassic World – Il regno distrutto [Jurassic World: Fallen Kingdom, USA 2018] REGIA J.A. Bayona.
CAST Chris Pratt, Bryce Dallas Howard, Rafe Spall, Justice Smith.
SCENEGGIATURA Derek Connolly, Colin Trevorrow. FOTOGRAFIA Óscar Faura. MUSICHE Michael Giacchino.
Fantascienza, durata 128 minuti.