…e fuori il disordine
La commedia, e a volte il comico, dimostra sempre la sua doppia valenza, raccontare con coerenza il contesto in cui è nata attraverso il sorriso. Hotel Gagarin, esordio nel lungo di Simone Spada, ne è un esempio e contribuisce a sostenere il buon momento del cinema nostrano, tornato tra la gente a dialogare con il quotidiano.
Hotel Gagarin è una favola e per ciò gli si perdonano alcuni momenti inverosimili, personaggi stereotipati e, soprattutto, le relazioni tra loro, aspetto meno interessante della pellicola. Ma le favole piacciono perché facilmente possono essere raccontate all’infinito. Non si può esimere da una sceneggiatura semplice e da una caratterizzazione dei protagonisti trita e ritrita, ma è l’anima centrale del lavoro di Spada a risollevare il tutto. La storia della troupe improvvisata che viene spedita in Armenia per girare un film-truffa è sincera nella sua trattazione essenziale, e dimostra l’amore per la Settima Arte sia del regista che degli immaginari spettatori. É una commedia che ha due ben distinti significati: se ci si approccia alla visione tralasciando preconcetti e pregiudizi si riconosce la visionarietà e ci si fa guidare dall’emozione, mentre se si studia la messa in scena il déjà vu è subito dietro l’angolo. Spada prova di conoscere bene il cinema di Salvatores, a questo proposito sfido a trovare i tanti (troppi) punti in comune con Mediterraneo, e si trova a suo agio con la direzione degli attori grazie anche alla malleabilità di un Battiston in gran spolvero. É un po’ come i suoi personaggi che devono realizzare un film con i pochi mezzi che hanno ma lo fa senza sopravvalutarsi. Avrebbe potuto spingere più sul grottesco e sulla meschinità della vicenda tipicamente italiota, ma centra in pieno un problema contemporaneo. Il senso di spaesamento delle nostre giornate dove mancano guide e tutto ti porta a fare a meno dei sogni, basterebbe cambiare un po’ d’aria per capire che la felicità si può ancora pretendere. E lo avvalora non con un’accozzaglia di luoghi e paesaggi ma ambienta quasi tutta la storia dentro le mura dell’hotel del titolo, come a simboleggiare una corazza contro il pasticcio dell’esterno. Allontaniamo ancora per poco la grigia quotidianità con l’Arte e la fantasia, siamo sempre in tempo poi per uniformarci alla sterile massa. Vinciamo le guerre con noi stessi e inseguiamo i desideri. Un “misero” film con tutto ciò dentro.
Hotel Gagarin [id., ITALIA 2017] REGIA Simone Spada
CAST Giuseppe Battiston, Claudio Amendola, Luca Argentero, Barbora Bobulova, Silvia D’Amico, Caterina Shulha, Philippe Leroy.
SCENEGGIATURA Lorenzo Rossi Espagnet, Simone Spada. FOTOGRAFIA Maurizio Calvesi. MUSICHE Maurizio Filardo.
Commedia, durata 94 minuti.