SPECIALE PRODUZIONI DIFFICILI
La tragedia di un cavaliere ridicolo
“E ora dopo 25 anni di fare e disfare…”. Con questo cartello si apre The Man Who Killed Don Quixote, il film di Terry Gilliam che passerà alla storia più per la sua incredibile vicenda produttiva − che ha rischiato di non farlo vedere fino all’ultimo momento, prima della proiezione a Cannes − che per la sua riuscita filmica. Perché è inevitabile: se lavori a un’opera per così tanto e in queste condizioni, i segni si vedranno.
A partire dalla sceneggiatura, firmata da Gilliam con Tony Grisoni, rimaneggiata di continuo e che racconta di un regista pazzo e visionario che vuole girare un impossibile film su Don Chisciotte, come aveva fatto da ragazzo: per trovare l’ispirazione cerca gli attori del suo vecchio film e verrà coinvolto in avventure folli e donchisciottesche. Com’è evidente, il film è diventato una sorta di autobiografia fantasiosa del fallimento del progetto del Don Chisciotte di Gilliam sotto forma di film avventuroso e meta-linguistico. E ovviamente il Don del film è lo stesso Gilliam fin dalle iniziali del personaggio interpretato da Adam Driver, e il film ne segue i tormenti creativi attraverso le avventure rocambolesche, il suo continuo creare e distruggere, gli scogli produttivi e gli auto-sabotaggi artistici. Alla fine Gilliam/Driver diventa il vecchio pazzo che lotta contro i mulini a vento, colui che vede ancora la possibilità di un cinema immaginifico e visionario ma che di fronte ha l’età che passa, un cinema che cambia, un’ispirazione deperita anche a causa del cinema stesso che non potendo (sapendo?) più guardare avanti guarda alla struttura episodica e picaresca dei suoi vecchi film, come La leggenda del re pescatore. È indubbiamente un film sincero, spassionato e accorato nel mettere in scena la sconfitta di un artista, la propria sconfitta, e questa sincerità fa sì che al film − e al suo autore − si voglia bene nonostante tutto: nonostante sia sgangherato e a tratti di fattura scadente, nonostante i difetti di produzione pesino come macigni, nonostante Gilliam non riesca più a rendere comico e avventuroso il grottesco, ma solo goffo, quasi imbarazzante. La testardaggine con cui costruisce la fine del suo sogno, con cui trasfigura i suoi sbagli e la sua incapacità di correggerli risulta alla fine il suo maggior pregio. “I tuoi giochi vanno sempre troppo lontano” gli dice un produttore: e anche se non divertono più, troppo lontano è l’unico luogo dove vorremmo vedere i film di Gilliam.
The Man Who Killed Don Quixote [id., UK/Spagna/Francia/Portogallo/Belgio 2018] REGIA Terry Gilliam.
CAST Adam Driver, Jonathan Pryce, Stellan Skarsgård, Olga Kurylenko.
SCENEGGIATURA Terry Gilliam, Tony Grisoni. FOTOGRAFIA Nicola Pecorini. MUSICHE Roque Baños.
Avventura/Fantastico, durata 132 minuti.