71° Festival de Cannes, 8-19 maggio 2018, Cannes
Make humanity great again
Negli Anni Settanta Ron Stallworth è un giovane afroamericano speranzoso di poter fare la differenza ed entrare in polizia. A lavoro ottenuto, stanco di noiosi lavori di archivio, riesce a farsi assegnare la prima missione sul campo: partecipare al discorso di un leader della lotta dell’orgoglio nero, vicino ai Black Panther, per prevenire la radicalizzazione della rivolta degli afroamericani.
Una domanda in lui sorge spontanea: se dobbiamo tenere sotto controllo la radicalizzazione dei neri, perché non controllare anche quella dei bianchi? Così, con l’aiuto di colleghi e superiori, Ron riesce a entrare addirittura nel Ku Klux Klan, per scoprire quali piani abbiano in serbo e porre limiti ai pericoli incombenti. Se la missione di Ron (e Flip) va a buon fine, purtroppo il quadro generale non riflette un reale cambiamento, come ben sappiamo dai fatti di cronaca contemporanea. Spike Lee, dopo aver diretto tutto il film con arguzia e forte ironia per ridere di un argomento così serio e per far riflettere su tanti spunti culturali e sociali, giunge alla fine di BlacKkKlansman con un pungo in faccia diretto a tutti gli spettatori, che assume ancora più forza visto il presunto allontanamento temporale delle vicende raccontate. In concorso al Festival di Cannes 2018, Spike Lee porta un urlo al mondo. Con immagini colorate, funky, persino “tamarre” a tratti, il film dimostra fiducia nella natura umana, ma ben poca nelle istituzioni che non riescono in nessun modo a ottenere una giustizia umanista. Gli ultimi minuti del film sono ovviamente quelli che più ostentano il legame tra le storture rappresentate nel passato e le dinamiche politiche contemporanee, soprattutto in terra statunitense, guidata da allucinazioni razziste e quasi surreali che prendono forma nella figura di Donald Trump. Spike Lee non perde tempo a schierarsi, sferra direttamente il suo colpo, ottenendo un effetto immediato sul pubblico, che si trova quasi annientato da questa esposizione della realtà non edulcorata. Il regista trova in tutto il cast dei complici perfetti e ideali per questa narrazione comica e terribile al tempo stesso, a partire dalla biografia dello stesso Stallworth, da cui è tratto il film. A emergere tra gli interpreti sono i due protagonisti, John David Washington e Adam Driver che, grazie anche a tratti somatici inequivocabili, giocano con registri e linguaggi fino allo sfinimento, rendendo giustizia alla vita portata sullo schermo; perché in fondo proprio di vita si parla in BlacKkKlansman, un diritto dato per scontato dai più ma che basta veramente poco per minacciare senza apparente motivo.
BlacKkKlansman [id., USA 2018] REGIA Spike Lee.
CAST John David Washington, Adam Driver, Topher Grace, Laura Harrier, Ryan Eggold.
SCENEGGIATURA Spike Lee, David Rabinowitz, Charlie Wachtel, Kevin Willmott. FOTOGRAFIA Chayse Irvin. MUSICHE Terence Blanchard.
Commedia, durata 128 minuti.