Il mondo in un volto
Da Loro 1 a Loro 2 il passo è breve e non tanto perché sia trascorso pochissimo tempo tra l’uscita del primo capitolo e quella del secondo, ma perché i due film sono naturalmente un film solo. D’altronde, questa mossa di dividere il tutto in due parti è un po’ come fare di necessità virtù. Insomma, portare gli spettatori paganti due volte al cinema invece che una, in un periodo critico per le sale come è quello in cui l’estate si appropinqua, non sembrerebbe essere una scelta casuale.
Detto questo, però, bisogna ammettere che le due parti sono in qualche modo autonome e comunque ascrivibili a due, appunto, differenti capitoli. Se Loro 1 metteva in scena molto più accentuatamente la distanza tra Lui e Loro, Loro 2 costruisce una sorta di danza di coppia che parte da un punto centrale, che è quello contenente Berlusconi-Lario, e si muove disorganicamente verso Berlusconi-X, dove X è appunto ogni volta un nuovo interlocutore che si confronta con Lui per un motivo o per un altro. In questo senso la figura di Silvio è organizzata in modo da dirci molto sull’impossibilità dell’unicità: non si può essere Uno senza avere rapporti con un altro Uno e non si avrà mai Due se si cerca di essere caparbiamente l’Uno in quel Due.
Per mettere in scena questo ballo delle relazioni, Sorrentino insiste giustamente e continuamente sui primi piani, che sono senza dubbio la mossa vincente di questo secondo capitolo: quando Gilles Deleuze definiva “immagine-affezione” il primo piano, sosteneva che “il volto raccoglie o esprime apertamente ogni specie di piccoli movimenti locali che il resto del corpo tiene normalmente nascosti”. Loro 2 è un grande film di volti perché mantiene un equilibrio duraturo tra questi ultimi e i corpi, i quali sono effettivamente il residuo del primo capitolo. Quei corpi sono sempre dove li avevamo lasciati, ma adesso è come se fossero trasparenti, non riuscendo più a nascondere i volti, o per meglio dire il volto, quello di Lui. Se c’è una cosa che resta certamente impressa è infatti la sua plasticità immobile, la sua espressività fatta di ritrosie, che Toni Servillo riesce magnificamente a sottolineare. Ma se un volto può essere un’icona, può rappresentare quasi tutto un mondo, a delineare quello di un paese che spera e crede sempre a modo suo non può che essere la statua di un crocefisso, delicatamente adagiata su un cumulo di macerie poco dopo il terremoto de L’Aquila: è quella una scultura che ci scruta, che si “voltifica” e rende insulso e superfluo lo sguardo di chi la osserva, dal momento che, in qualsiasi modo proviamo a guardarla, non possiamo riuscire a comprenderne l’enorme valore simbolico e metaforico. Perché anche se pensassimo di poter riuscire a vedere tutto, tutto non è mai abbastanza.
Loro 2 [id., Italia/Francia 2018] REGIA Paolo Sorrentino.
CAST Toni Servillo, Elena Sofia Ricci, Riccardo Scamarcio, Pasqualina Sanna, Kasia Smutniak, Euridice Axen, Fabrizio Bentivoglio. SCENEGGIATURA Paolo Sorrentino, Umberto Contarello. FOTOGRAFIA Luca Bigazzi. MUSICHE Lele Marchitelli.
Drammatico/Commedia, durata 104 minuti.