Lovers Film Festival – Torino LGBTQI Visions, 20 – 24 aprile 2018, Torino
Only lovers left alive
Dal 20 al 24 aprile i primi segnali della primavera torinese che assomiglia ad un’afosa estate precoce possono essere accompagnati o, dipende dai punti di vista, combattuti seguendo il ricco programma offerto dal Lovers LGBTQI Film Festival, una delle iniziative, a prescindere dall’odio/amore per il caldo precoce, più vivaci e stimolanti del ricco panorama dei festival torinesi.
In particolare dallo scorso anno, quando la direzione artistica assunta dalla regista Irene Dionisio ha dato al glorioso festival – giunto alla sua 33° edizione, la seconda con la denominazione “Lovers” – una luce in parte inedita, capace di far convivere il “pop” con la ricerca e l’approfondimento, la cinefilia più “classica” e il più tipico approccio ai festival con la varietà di eventi collaterali che guardano, per esempio, all’arte contemporanea o alla musica. Sempre all’insegna non solo e banalmente della difesa dei diritti e delle rivendicazioni, quanto anche della volontà di scandagliare i vari punti di vista con cui le realtà LGBTQI vengono raccontate e si raccontano per mezzo della settima arte. Punti di vista che possono flirtare e manipolare “il genere” (nel programma non mancano, per esempio, varie sfumature di horror, thriller e commedia), esprimersi con film sulla carta più tipicamente “d’autore” e più tradizionalmente impegnati o con opere sperimentali che possono superare i confini e abbracciare i territori dell’arte contemporanea (i film della sezione “Irregular Lovers; concorso internazionale Iconoclasta!”, preceduti da performance di artisti) o del racconto musicale (The Real Queen of Disco, condotto dal music teller Federico Sacchi e dedicato a Sylvester James Jr.).
Insomma, un festival che può essere visto e vissuto in vari modi, che pare avere tutte le carte in regola per garantire il giusto equilibrio tra le esigenze del cuore e quelle della testa e che offre uno sguardo a 360°, che si punti il lume sugli aspetti sociali e politici o che lo si punti – fermo restando che ovviamente le due cose sono legate a doppio filo, nonostante non tutti i commentatori abbiano dimostrato, chissà se sempre con onestà intellettuale, di capirlo – sull’offerta cinematografica.
Il consiglio è quindi, tornando al mcguffin del caldo precoce, di scegliere un altro fine settimana per le gita fuori porta e scegliere quello che più ispira nel ricco programma e nelle varie sezioni (non mancano cortometraggi, documentari, la retrospettiva dedicata a Robin Campillo e sezioni curate dal Torino Pride e dal presidente e storico fondatore Giovanni Minerba). In particolare se sentite in sottofondo il riverbero di polemiche e prese di posizione che meritano di essere affrontate nel seguente modo: andando in sala e concentrandosi su quello che conta davvero, il cinema e lo sguardo che offre sulla realtà