Qui e ora, in silenzio
È bello poter scrivere questo articolo e parlare di questo film, City of Ghosts, ora che Raqqa è stata liberata e che proprio alcuni giorni fa circa centomila persone hanno potuto far ritorno nella loro città. Ma chi ha visto con i propri occhi e camminato con le proprie gambe lungo le strade di quella che era una volta una città fiorente ed allegra, non incontra altro che macerie e non inciampa in altro che fantasmi.
Raqqa è stata la capitale dello stato islamico, il suo centro organizzativo e militare, ma soprattutto il teatro di molte tra le peggiori efferatezze commesse da mano umana negli ultimi venti o trent’anni. Se in occidente però la paura dell’ISIS si è imposta ovunque, mutando il polso del clima politico d’Europa e non solo, se si prova a chiedere in giro a vecchi e giovani, uomini e donne, cos’è stata Raqqa, in pochi saprebbero anche solo collocarla geograficamente. Perché? Perché Raqqa è stata massacrata in silenzio, così come afferma con forza il gruppo di RBSS (Raqqa is Being Slaughtered Silently), giovani attivisti maturati in seno alla Primavera Araba che hanno agito con eroico coraggio e superba dedizione allo scopo di raccontare la loro città anche sotto il dominio di Daesh. Attraverso la collaborazione di più gruppi, uno anonimo in città e altri sempre in movimento tra Turchia ed Europa, RBSS è stata capace di creare dal nulla una forza di resistenza non indifferente. È solo grazie a loro che abbiamo avuto testimonianze dirette degli orrori commessi, è solo grazie a loro che l’attenzione dei media non ha ignorato del tutto quanto stava accadendo, è solo grazie a loro che abbiamo potuto tastare cos’è una città assediata dalla violenza.
Il riconoscimento internazionale di gratitudine verso RBSS, culminato nella consegna dell’International Press Freedom Award nel 2015, non è stato però sufficiente. Il massacro è proseguito in silenzio perché per la quasi totalità di noi occidentali fatti simili, anche di gravità estrema, restano purtroppo “l’ennesima guerra mediorientale” che non sappiamo, ma soprattutto non vogliamo, capire. Per questo City of Ghosts è un documento fondamentale: entrare nelle vite difficili, disperate ma fiere dei collaboratori di RBSS, vedere con loro i video non censurati di torture ed esecuzioni, vedere i bambini giocare al piccolo terrorista mentre decapitano peluche, vedere uno dei fondatori di RBSS tremare di paura per le minacce ricevute, vedere uno dei videoreporter di RBSS non essere più capace di sorridere dopo aver visto il padre ed il fratello uccisi sotto una telecamera. Solo attraverso questo “vedere” si può provare quella rabbia e sentire nello stomaco ogni sparo, ogni esplosione, solo così anche noi occidentali possiamo contorcerci dal disgusto e capire quanto accade, qui e ora.
City of Ghosts [id., USA 2017] REGIA Matthew Heineman.
FOTOGRAFIA Matthew Heineman. MUSICHE Jackson Greenberg, H. Scott Salinas.
Documentario, 93 minuti.