SPECIALE MONDI VIRTUALI
Creatori e creature
Le storie sulle realtà parallele sono sempre state metafora della nostra condizione esistenziale, ci mettono di fronte alla vertigine della scoperta di un’esistenza superiore che ha predeterminato la nostra realtà. Che questa vertigine sia provata da chi dal basso guarda verso l’alto in attesa di ricevere un segno sull’ordine delle cose, o da chi invece la prova attraverso il potere demiurgico e il peso di essere responsabile di qualcosa che ha un’anima.
Il tredicesimo piano, di Josef Rusnak del 1999, è una pellicola su cui si possono dire tante cose riguardo a un certo tradizionalismo formale e narrativo, che di certo lo penalizzarono all’epoca a favore del rivale Matrix, ma nulla gli si può obiettare riguardo l’intenzione di far vivere allo spettatore contemporaneamente queste due vertigini. Il tredicesimo piano è una storia di creatori e creature, che prende vita negli anni ’30 mascherato da noir, per poi trasporsi, tramite un tunnel elettro-neuronale, ai giorni nostri. Due realtà distinte ma non impermeabili, tanto da diventare teatri di delitti incrociati, e la crescita del dubbio che su tutto ciò che conosciamo, costruito e vissuto in realtà potrebbe dipendere solamente da una spina elettrica.
Le dimensioni parallele sono state interpretate in vari modi, come luoghi illusori in cui credere a illusori piaceri, spazi digitali che prevedono l’immaginazione come unico limite oppure una realtà speculare alla nostra in cui lo specchiarsi diviene in realtà metafora di un proprio interrogarsi. Il tredicesimo piano è una storia di identità che si confondono, si scambiano e che superano le barriere conosciute, la realtà virtuale diviene diretta espressione dei ricordi del suo creatore, racchiudendo dentro sé segreti e capovolgimenti di situazione, in particolare per Douglas che conoscerà il flebile divisorio tra le dimensioni, e successivamente il peso di una coscienza in coloro che dovrebbero essere semplici bot.
Il tredicesimo piano è una pellicola che tutt’oggi presenta stessi difetti e pregi di quando uscì, realizzata con mestiere che insistentemente utilizza elementi noti, gli anni ‘30 e il noir, ma lascia intravedere poco di un possibile futuro, per concentrarsi invece in una gabbia di dimensioni messe allo specchio in un cinico gioco di dimensioni dentro scatole cinesi.
Il tredicesimo piano [The Thirteenth Floor, USA 1999] REGIA Josef Rusnak.
CAST Craig Bierko, Gretchen Mol, Vincent D’Onofrio, Armin Mueller-Stahl.
SCENEGGIATURA Josef Rusnak, Ravel Centeno-Rodriguez. FOTOGRAFIA Wedigo von Schultzendorff. MUSICHE Harald Kloser, HIM, Thomas Wanker, Duke Ellington.
Fantascienza, durata 110 minuti.