SPECIALE MONDI VIRTUALI
Rivoluzionari
“Nessuno può raccontarti cos’è Matrix – diceva Morpheus a Neo – la devi vedere tu stesso”. Un processo di liberazione non può avere inizio se non attraverso un percorso di autodeterminazione e comprensione del mondo circostante. Tema che ritroveremo nei film successivi delle sorelle Wachowski. In qualsiasi mondo, in qualsiasi epoca, per cambiare la propria storia e quella dell’umanità, bisogna prima di tutto prendere coscienza di sé.
Alcuni studi su Matrix individuano nella struttura complessiva della trama i concetti chiave della filosofia marxista: gli uomini del 2070, imprigionati da macchine aliene in una realtà virtuale, sono gli stessi che la società moderna controlla sotto il dominio del capitalismo. Si può comparare la teoria del ciclo denaro-merce-denaro al modo in cui le Macchine (i capitalisti) producono altre Macchine sfruttando l’energia vitale dell’uomo (i lavoratori). Solo i ribelli guidati da Morpheus (i rivoluzionari) combattono il sistema, mentre le cyber-seppie e i sorveglianti della Matrice (gli organi di controllo dello Stato), sono programmati per reprimerli. Questi ultimi, vestiti in nero come agenti dell’FBI, rimandano in modo diretto a un nemico governativo da temere quanto una minaccia esterna. È curioso, infine, constatare l’accostamento di una teoria dell’alienazione sociale a temi biblici di tradizione cristiana. I ribelli possono contare sulla presenza di un eletto, colui che è destinato a diventare il Liberatore. Al contrario, in Cloud Atlas, la rivoluzione delle Wachowski sarà completamente laica, ispirata dalla forza delle idee e dalla memoria delle lotte umane.
Ad ogni modo, sono le molteplici sfaccettature di un complesso insieme filosofico a rendere Matrix un film unico. Se i contenuti sociologici si ritrovano in altri mondi virtuali degli anni Novanta, la forma è senza precedenti. È un nuovo linguaggio cinematografico che rivoluziona gli effetti speciali. La tecnica digitale del bullet time, sviluppata da una potente computer grafica 3D e unita alla tecnologia del chroma key, crea immagini da videogame altamente spettacolari. La cultura orientale del cinema hongkonghese, dei kung fu movies e dei manga giapponesi si mescola alla letteratura di Lewis Carrol, William Gibson, Aldous Huxley e Philip K. Dick; i fumetti di Alan Moore alla mitologia greca; le acrobazie del film d’azione alla filosofia esistenzialista. Una pietra miliare della fantascienza. Peccato per due seguiti – Reloaded e Revolutions – al di sotto di ogni aspettativa.