Florence Korea Film Fest – XVI edizione, Cinema La Compagnia, 22-30 marzo 2018, Firenze
Azione perpetua
Sook-hee è una natural born killer che, dopo la morte del suo mentore, sceglie di passare dieci anni al servizio di un’agenzia governativa in cambio della promessa di un futuro tranquillo assieme alla figlia che porta in grembo. Inizia così una nuova vita da attrice teatrale e una lunga battaglia contro le ombre del suo passato.
Che si tratti di evoluzione naturale di un percorso (visivo, autoriale, ideologico) o di un’accelerazione contingente è innegabile e paradossale (leggi caso Weinstein) che, da Tarantino in poi, il revenge movie al femminile sia tornato prepotentemente nell’agenda dei produttori, spesso espunto da quel rape che ne aveva caratterizzato gli esordi a cavallo fra anni ’60 e ’70. Revenge di Coralie Fargeat e Nemesi di Walter Hill sono solo due dei più recenti titoli citabili in un’ipotetica lista nella quale merita un posto di rilievo anche The Villainess di Byung-gil Jung. In questa opera frenetica e forsennata, figlia delle ibridazioni sempre più frequenti fra cinema e gaming che su grande schermo hanno in Hardcore! di Ilya Naishuller un punto di riferimento imprescindibile, la vendetta al femminile segue il percorso a ritroso tracciato dalla Sposa di Kill Bill il cui obiettivo è tornare alla fonte di tutti i mali, eliminando la persona colpevole del peccato originale. Il regista sceglie la strada dell’azione perpetua e del continuo alternarsi di piani temporali senza però mai rinunciare, nella prima, alla chiarezza visiva e, nel secondo, a un intreccio solido, entrambi marchi di fabbrica del buon cinema coreano contemporaneo (leggi Park Chan-wook).
Del rapporto intimo con quest’ultimo e con il film di Tarantino, Byung-gil Jung mette a nudo gli aspetti più morbosi, a partire dalla scena iniziale, pov ideale della battaglia a scorrimento di Oldboy, fino all’omicidio in flashback del padre di Sook-hee, remake live action della sequenza animata che vede protagonista la giovane O-Ren Ishii, lasciandosi invece ampio margine di sperimentazione sulle adrenaliniche sequenze di combattimento/inseguimento. È un cinema fisico, dove ogni sequenza mette alla prova la resilienza del corpo dei personaggi, è un paradiso per gli stuntmen e, di conseguenza, una goduria per il pubblico.
Capiamo subito di dover stare dalla parte della tecnica, che saranno le coreografie a traghettare le nostre emozioni come in un musical, che l’immagine-movimento prevarrà sempre sull’immagine-tempo, che le eroine contemporanee non sono solo forti e decise ma, spesso, anche molto cattive.
The Villainess [Ak-Nyeo, Corea del Sud 2017] REGIA Byung-gil Jung.
CAST Ok-bin Kim, Ha-kyun Shin, Jun Sung, Seo-hyeong Kim.
SCENEGGIATURA Byeong-sik Jung, Byung-gil Jung. FOTOGRAFIA Jung-hun Park. MUSICHE Ja wan Koo.
Azione, durata 129 minuti.