36° Bergamo Film Meeting, 10 – 18 marzo 2018, Bergamo
Destinazione paradiso
Tra i film della retrospettiva dedicata a Liv Ullmann dal Bergamo Film Meeting 2018, Karl e Kristina è uno dei meno ricordati. Eppure, è un film di evidenti qualità, molto amato tanto da Ingmar Bergman quanto da Liv Ullmann, nonostante il suo personaggio, Kristina, non faccia altro che piangere e figliare.
Seguito a breve distanza dalla seconda parte della saga famigliare dei Nilsson, che è intitolata La nuova terra ed è ambientata nel Minnesota, il film adatta i romanzi best seller di Wilhelm Moberg, che, prima di concederli al talentuoso Troell, maestro della luce naturale, impedì persino a John Ford di realizzarne una trasposizione. Troell, guidato dallo scenografo P.A. Lundgren, elimina molti dei dialoghi presenti nel testo di partenza e, consapevole della forza delle proprie immagini, fa della poesia visiva di volti, corpi, luci e colori l’elemento che contraddistingue il suo gesto filmico.
Malgrado qualche anacronismo, come la scritta “In God We Trust” incisa sulle monete statunitensi, nella realtà aggiunta solo qualche anno dopo, la ricostruzione minuziosa a cui si abbandona con grande passione Jan Troell ha quasi del viscontiano. E il film, nel mostrare senza censure l’orrore della malattia, della fame, delle pulci, del vomito, della morte, che non risparmiano neanche i bambini e rendono il lungo viaggio transoceanico per nave affrontato dai migranti svedesi una vera odissea, è figlio di una concezione panteistica dell’esistenza. Una visione del mondo davvero affascinante, per come inserisce l’essere umano in un ciclo naturale di trasformazione, in cui vita e morte sono inscindibili, senza isolarlo nel suo destino di animale superiore, né idealizzarlo.
È un film sul tempo inesorabile, che scorre e non si ferma mai, proprio come l’acqua corrente, osservata dal personaggio del giovane Robert, appassionato di scienze naturali, nella prima parte del film, che è una descrizione precisa del lavoro quotidiano nelle campagne dei contadini svedesi di metà dell’Ottocento, in un paesaggio verde innevato e inospitale.
Se nei campi lunghi alla David Lean la fotografia, curata dallo stesso Troell, autore anche del montaggio, ha un chiaro gusto pittorico, messo in risalto dai suoni minacciosi e spettrali della scarna colonna sonora, in stretta relazione con i disturbi causati a Robert dal suo acufene, sono invece i campi strettissimi, i dettagli, a esprimere la sensualità dello sguardo registico. Uno sguardo iperrealistico, attratto ora dal bello, ora dal ripugnante, che filma tutto, indistintamente, con la stessa, distaccata curiosità. Uno sguardo laico, che contraddice e ridicolizza, con la sua schiettezza, le illusioni superstiziose a cui affidano la propria sorte gli antieroi del film.
Karl e Kristina [Utvandrarna, Svezia 1971] REGIA Jan Troell.
CAST Max von Sydow, Liv Ullmann, Eddie Axberg, Allan Edwall, Monica Zetterlund.
SCENEGGIATURA Bengt Forslund, Jan Troell (tratto dai romanzi di Vilhelm Moberg). FOTOGRAFIA Jan Troell. MUSICHE Erik Nordgren.
Drammatico/Storico, durata 191 minuti.