La vertigine dell’ignoto
C’è chi in passato rappresentò il mistero, quella sensazione di timore misto a curiosità di fronte ad una cosa, un evento o luogo alieno, come un monolite nero, oppure un pianeta la cui superficie magmatica è impossibile da definirsi o come un luogo selvatico che potrebbe raccogliere l’alfa e l’omega di tutto ma anche solo una grande illusione.
I film in questione sono 2001: Odissea nello spazio, Solaris e Stalker, ed è innegabile che Annientamento di Alex Garland guardi alle pellicole sopracitate cercando con gli stessi strumenti di raccontare la vertigine di fronte all’ignoto. Ricalca inoltre anche l’ipnotica inquietudine di Under the Skin, ma permane quello sguardo avvolgente tanto quanto distaccato di Ex Machina, esordio dietro la macchina da presa di Garland.
Annientamento prende tanto della grande fantascienza, e ne esce un ottimo film che, oltre a certe venature horror, si rivela ben amalgamato in un racconto profondamente d’avventura. E questo perché prima c’è l’ignoto da esplorare, selvaggio, questo è un luogo non precisato sulla Terra, iniziato dalla caduta di un meteorite e che ha avvolto tutto attraverso una patina che tanto ricorda una bolla. E come ogni buon romanzo di Jules Verne, c’è un gruppo di avventurieri, composto questa volta da sole donne, tutte legate da un filo, la sofferenza per sé stesse, e in particolare di una ne sappiamo di più. Lena, dottoressa in biologia ed ex militare, la motivazione che la porta al fulcro di quell’Area X è capire cosa ha sconvolto il marito, unico ad esser sopravvissuto da quel luogo. Il senso di colpa che attanaglia Lena nei confronti del marito per un episodio passato, la spinge a varcare il limite del conosciuto per perdersi tra le bizzarrie che popolano l’Area X. Mutanti e mutevoli, dalle sembianze di organismi tumorali, tutto ciò che popola la zona è soggetta a mescolarsi e cambiare. Ed è proprio la mutevolezza di sostanza che rispecchia l’indefinibile contraddittorietà dei sentimenti di Lena per suo marito, un’amore che vive da tempo sull’essere la causa del proprio malessere, ma allo stesso la forza per rimediare a quei sensi di colpa che da un anno non la fanno più vivere.
Il problema di Annientamento, soprattutto considerando i riferimenti alti presi come spunto, è quello di fermarsi ai suoi personaggi pieni di paure e fragilità, non ci fa mai vedere qualcosa dietro al velo di Maya, quel mistero che avvolge il mutamento con al proprio centro una misteriosa luccicanza. Annientamento è quello che vediamo, che la necessaria fine, in fondo, è un concetto non definibile, ma che tutto attraversa nel mutamento. Colto ciò, quello che rimane è una buona pellicola di fantascienza, girata con attenzione e la giusta attesa nel creare la suspense attorno all’ignoto, permettendoci di osservarlo ma, purtroppo, non di attraversarlo.
Annientamento [Annihilation, USA 2018] REGIA Alex Garland.
CAST Natalie Portman, Jennifer Jason Leigh, Gina Rodriguez, Oscar Isaac.
SCENEGGIATURA Alex Garland. FOTOGRAFIA Rob Hardy. MUSICHE Geoff Barrow, Ben Salisbury.
Fantascienza, durata 115 minuti.