Accettare il passato
Gli Anni ’90 sono il decennio che ha visto crescere e formarsi i trentenni e i quarantenni di oggi ed è quindi inevitabile che abbiano guadagnato un’aura di magia che solo la nostalgia del tempo che passa può regalare.
La dimensione arcadica in cui la nostra generazione ha confezionato gli Anni ’90 si basa, da un lato, sulla presunta incomunicabilità tra “noi” e chi a quel tempo ancora non era nato e, dall’altro lato, su uno stendardo fatto di fierezza trash, ignoranza e televisione. Tutto, quindi, è ammesso per ricordare e in qualche modo celebrare l’ultimo decennio del secolo scorso, ma c’è un solo tabù: non si deve mai cercare di nobilitarli. All’annuncio dell’arrivo di 90 Special – Ma che ne sanno i 2000, diciamo la verità, tutti ci siamo immaginati un ritorno del format Meteore, per assistere alla ricomparsa fulminea sugli schermi di vecchie glorie, per soddisfare curiosità e nostalgia. Invece il programma di Nicola Savino si cimenta proprio in quell’operazione “proibita” presentando celebrità e molti (troppi) filmati d’epoca fuori contesto, cercando di spiegare alla nuova generazione il segno culturale lasciato da quel decennio. Il tentativo di dare nobiltà e cultura ai calendari sexy e al pupazzo One rappresenta un’arrampicata sugli specchi senza rete di salvataggio, significa rinnegare la cultura pop italiana e sminuirla cercando di giustificare ciò che siamo stati. Apprezzabile il fatto che con filmati di casa Mediaset e ben meno ospiti “di peso” rispetto a quanto ci saremmo aspettati, il budget del programma è presumibilmente rimasto molto basso, purtroppo però questo non compensa la mancanza di onestà. Negli Anni ’90 noi siamo stati tutti televisione e calendari sexy, Bagaglino e Beato tra le donne, ma non perché volevamo vedere arte o fare beneficenza. Assolutamente niente di tutto questo. E cercare di negarlo è alto tradimento proprio nei confronti del decennio che si sta fintamente provando a celebrare. Il velo di alta cultura applicato a programmi di questo calibro non ha senso, soprattutto quando ci si focalizza sul solo palinsesto Fininvest, quando sulla concorrenza gli Anni ’90 sono stati (anche) Superquark e Lo Zecchino d’Oro. Nicola Savino si circonda di aiutanti fuori posto, per questo contesto, e tradisce le aspettative a favore delle nuove generazioni, buttandosi alla conquista del mondo social. Tra ultime tendenze, meme e citazioni Facebook, è evidente che il vero obiettivo è la conquista dei neoelettori, non la celebrazione del tempo che fu. Santa Marini, aiutaci tu.
90 Special – Ma che ne sanno i 2000 [Italia 2018]
CONDUTTORE Nicola Savino.
CON Katia Follesa, Ivana Mràzovà, Cristiano Malgioglio.
PRODUTTORE Gino Bernini, Titta Cappa Bava. CANALE Italia 1.
Varietà, 120 minuti (puntata).