SPECIALE AMORI IMPOSSIBILI
Il prologo di un amore
C’erano una volta, su un vaporetto, un ragazzo con un albero di cachi e una ragazza con un lampadario. Lui, sorriso aperto e in testa idee che fanno a botte; lei, occhiali, libro in mano e un solo pensiero, l’Università. Diciannove anni, speranze, aspirazioni, paure. Un incontro casuale da cui comincia una storia lunga dieci anni, un fermo immagine che riguarda solo i due sconosciuti, Camilla e Silvestro.
Sembra una favola, invece non lo è, è solo l’inizio di Dieci inverni, l’opera prima di Valerio Mieli – progetto produttivo ideato dal CSC in collaborazione con Rai Cinema, film che ha partecipato nel 2009 alla Mostra del Cinema di Venezia. Camilla (Isabella Ragonese) e Silvestro (Michele Riondino) su quel vaporetto si guardano e si capiscono, gli occhi dell’uno catalizzano quelli dell’altra e viceversa tanto che Silvestro, pur di conoscerla, scende alla fermata sbagliata e chiede ospitalità a quella ragazza, riservata e diffidente. Mieli insegue i suoi protagonisti, pedinandoli in questi lunghi anni durante i quali si avvicinano e si allontanano, si sfiorano ma mai si toccano. Sono tutto e sono niente, amici, nemici, conoscenti, silenziosi innamorati, sempre più vicini e subito di nuovo distanti: Venezia, Mosca, di nuovo Venezia e ancora Mosca. Come spinti da forze contrarie, Camilla e Silvestro si inseguono e scappano perché non sono sincronizzati, alle emozioni dell’una corrispondono quasi sempre quelle opposte dell’altro: paura, dubbio, orgoglio, gelosia, incredulità, amicizia. A questo va di pari passo una narrazione frammentata che si sofferma sui “piccoli eventi”, che diventano fondamentali come capita nella vita, o sull’esito dell’evento. Tutto è accarezzato da uno sguardo d’insieme tenero e gentile, dato dal fatto che Dieci inverni è un film autobiografico e lo si capisce dall’amorevolezza empatica con cui si racconta la storia. Ai due ragazzi servono molte stagioni fredde, scelte e persone sbagliate, per riconoscersi e a questo lungo percorso ne equivale uno interiore, una maturazione che va al di là di quella convenzionale diventando maturità di sentimento. Nonostante l’aria brumosa di Venezia e il gelo di Mosca, Dieci inverni è un film caldo che accarezza lo spettatore avvolgendolo con l’audace intraprendenza di Camilla e la delicata spontaneità di Silvestro, che riporta indietro ai palpiti, alla paura immobilizzante e coraggiosa, all’amore/non amore, alla felicità e all’infelicità. Un’opera che fa sentire meno soli, che abbraccia i sentimenti più profondi e anche forse quelli mai detti, che tiene stretti, lascia andare e poi fa tirare un sospiro di sollievo.
Dieci inverni [Id., Italia/Russia 2009] REGIA Valerio Mieli.
CAST Isabella Ragonese, Michele Riondino, Glen Blackhall, Sergej Žigunov, Sergej Nikonenko.
SCENEGGIATURA Isabella Aguilar, Davide Lantieri, Valerio Mieli, Federica Pontremoli, Andrej Selivanov. FOTOGRAFIA Marco Onorato. MUSICHE Francesco de Luca, Alessandro Forti, Vinegar Socks.
Sentimentale, durata 99 minuti.