SPECIALE AMORI IMPOSSIBILI
Smarrimenti
Isabelle Adjani è prima di tutto un volto di quelli che non si dimenticano, vuoi per la sua particolare fisionomia “antica” vuoi per l’aria da brava ragazza; poi in secondo luogo è un’attrice che riesce a farsi plasmare dalla creatività di un regista. Adele H. – Una storia d’amore di Truffaut ne è un esempio.
Basato sulle lettere ritrovate che Adele Hugo scriveva al padre scrittore, Adele H. è una prova attoriale perfetta per la ventenne Adjani per sperimentare le tante sfaccettature della sottrazione volontaria. Quasi una prova generale per il successivo Nosferatu di Herzog, in cui la passione diventerà più sessuale ed esplicita. Adele è una donna svuotata, annientata, oppressa dall’amore, un amore impossibile per il tenente Pinson, irrazionale sì ma certo. Alcuni ne videro un ritratto antifemminista in cui la donna era ridotta ad una subdola vittima, invece è un bel esempio di una messa in scena magica perché riesce a sussurrare, in modo tragico ma concreto, un’idea di amore. Questo però non la rende debole almeno per quanto riguarda la caparbietà con cui lotta, è invece un’eroina moderna che potrebbe essere esattamente un personaggio delle opere paterne. Travestimenti, confessioni rubate e rinunce, in una biografia “rubata” e riscoperta che meritava di essere conosciuta. Truffaut manovrando serenamente il melodramma ricalca tutti questi sentimenti confusi e reali nella sua protagonista, e Isabelle si affida a lui senza remore. Bastano i suoi sguardi e le sue movenze per immergerci nelle atmosfere della pellicola, e man mano che i minuti passano i paesaggi diventano più tetri come la fotografia e le ambientazioni notturne che prevalgono sulla luce del giorno. Un cinema romantico, come aggettivo, che va a braccetto con il Romanticismo, il “movimento” che più si confà con l’idea stilistica del regista francese, che generalmente costruiva i suoi lavori sulla prepotenza di impulsi forti. Così come ha pedinato, e pedinerà, Antoine Doinel nella sua crescita da ragazzo a uomo, tallona la sua eroina nella sua lunga discesa verso la follia. Una follia che si fomenta con l’annientamento personale, con lo smarrimento, con la voglia di rivendicare un posto nel mondo al di là della propria appartenenza sociale. Una tragedia classica ma contemporanea, come non pensare alla Adele di Kechiche… Passioni che solo una donna ha il coraggio di vivere. Noi uomini spesso le celiamo, sbagliando perché seguendole si può veramente dire di aver vissuto.
Adele H. – Una storia d’amore [L’histoire d’Adèle H., Francia 1975] REGIA François Truffaut.
CAST Isabelle Adjani, Bruce Robinson, Sylvia Marriott, Joseph Blatchley, Ivry Gitlis.
SCENEGGIATURA Jean Gruault, Suzanne Schiffmann, François Truffaut (tratta dal diario Le Journal d’Adéle Hugo di Adéle Hugo). FOTOGRAFIA Néstor Almendros. MUSICHE Maurice Jaubert.
Drammatico/Biografico, durata 110 minuti.