DISPONIBILE SU NETFLIX
Mi ricordo, sì mi ricordo
L’ultima speranza di scongiurare una crisi energetica prossima a trasformare la Terra in un campo di guerra fra nazioni è l’acceleratore di particelle caricato su di una stazione spaziale. Dopo anni di tentativi il raggio viene finalmente stabilizzato ma quello che a tutti i membri dell’equipaggio sembra un successo nasconde impensati (o forse no) effetti collaterali.
Déjà-vu: tipo di paramnesia (detta anche falso riconoscimento) consistente nella sensazione illusoria di aver già visto una certa immagine o addirittura di aver già vissuto (déjà vécu) una determinata situazione. Il Treccani online lo spiega così ma, pur nella sua indiscussa affidabilità, non potrà mai dirci cosa proviamo veramente quando il fenomeno si presenta. Per questo esiste The Cloverfield Paradox, terzo capitolo della saga inaugurata nel 2008 dall’originale Cloverfield, proseguita nel 2016 con l’ottimo 10 Cloverfield Lane e già pronta ad ampliarsi ulteriormente a fine 2018 (?) con Overlord (??). Il passaggio a Netflix, che ha strappato il brand a Paramount distinguendosi subito a livello di marketing con il rilascio del film in diretta durante il Super Bowl, è il primo passo verso l’accettazione del déjà-vu come condizione necessaria per soddisfare un certo tipo di pubblico. Perché Netflix, attraverso i suoi prodotti, sfida l’immaginario comune, di cui conosce tutti i punti deboli, (ri)presentandolo come qualcosa che è al tempo stesso nuovissimo e classico, per non lasciare mai lo spettatore in balia dei suoi dubbi. Andando dall’universale al particolare, mentre il team della stazione spaziale, campione rappresentativo delle forze geopolitiche in gioco – ad eccezione dell’Italia che serve come parafulmine tragicomico di qualsivoglia acme drammatico – è sineddoche di tutti i team spaziali precedenti, le sequenze di morte sono copie con carta-carbone di altrettante scene-madri di Alien, Armageddon etc. Tu chiamali se vuoi déjà-vu ma la verità è che, proprio come il déjà-vu non è altro che una verifica operata dal cervello sui ricordi in memoria, The Cloverfield Paradox è composto per il 99% da residui mnemonici di altre immagini. Questo forse dice poco sul film in sé, sulla trama, sulla regia, sulla storia, ma come abbiamo già testato per Bright quando parliamo di un contenuto presente sulla piattaforma Netflix il più delle volte ci accorgiamo di parlare della piattaforma stessa.
The Cloverfield Paradox [id., USA 2018] REGIA Julius Onah.
CAST Gugu Mbatha-Raw, Daniel Brühl, Chris O’Dowd, Ziyi Zhang.
SCENEGGIATURA Oren Uziel. FOTOGRAFIA Dan Mindel. MUSICHE Bear McCreary.
Fantascienza/Horror, durata 102 minuti.