SPECIALE CINEMA LGBTQ
Una storia che parla da sé
“Io sono Harvey Milk e voglio reclutarvi tutti” in queste parole c’è l’urgenza ribelle dell’attivista che lotta non per sé ma per l’intero movimento, quello LGBTQ. Questo è Harvey, protagonista di Milk, opera del 2008 di Gus Van Sant – premio al Miglior Attore Protagonista a Sean Penn e alla Miglior Sceneggiatura Originale a Dustin Lance Black.
Il cineasta racconta la storia del movimento LGBTQ, le battaglie civili, le botte e le umiliazioni attraverso la vicenda reale di Milk, un rivoluzionario da marciapiede, primo omosessuale dichiarato ad avere accesso a una carica pubblica in America. L’opera mescola immagini di repertorio, foto d’epoca e il corpo cinematografico di Sean Penn, perfettamente immerso in quello del militante, che cuce insieme le tappe più importanti della vicenda politica e personale. All’inizio del film Harvey, un omosessuale come tanti, lavora a Wall Street, poi incontra Scott Smith (James Franco) e con lui si trasferisce a Castro, ed è lì che decide di candidarsi alla carica di consigliere comunale. Una, due, tre volte, fino a quando non viene eletto. Harvey lotta per gli altri, per chi ancora si nasconde, vuole urlare per chi non riesce a farlo, per chi è stato deriso dalla società per i propri gusti sessuali. Con ironia tagliente si scontra con Anita Bryant, John Briggs e Dan White, rappresentazione dell’America che nasconde dietro alla schiena pistole fumanti. Harvey non smette mai, si fa corpo attraverso cui urgenze e angosce degli omosessuali possano divenire materia politica, si fa cantore della lotta di una minoranza mettendo in scena il peso del silenzio ma soprattutto quello della parola. L’uomo afferma le sue idee con tutta la forza che possiede prima in piedi su una cassa di sapone in una piazza a Castro, poi di fronte ad un pubblico più ampio, con la fierezza di chi si sente investito di un compito, afferma, “io sono il bersaglio”. “Come è lunga l’attesa” canta Tosca, colonna sonora in varie scene del film, e così potrebbe cantare Milk che, consapevole di aver intorbidito le putride acque del perbenismo, sa che la sua vita è appesa ad un filo. Una lunga via crucis che diventa ancora più lunga tra le dita di Van Sant che dilata spazio e tempo, che sviluppa quella sospensione che precede la tragedia con struggente e tragico lirismo. Harvey è un personaggio al limite, è un anticonformista, immerso in una società alienata e persa in cui alcuni, incapaci di sopportare l’esistenza, non riescono a vivere e soccombono (Dan White). Milk è un film che turba e scuote, è un canto aspro di libertà non solo per gli omosessuali ma per tutti coloro che hanno qualcosa per cui combattere, racconta una storia di coraggio, lotta, speranza che si apre davanti ai nostri occhi.
Milk [id., USA 2008] REGIA Gus Van Sant.
CAST Sean Penn, Emile Hirsch, Josh Brolin, James Franco, Diego Luna.
SCENEGGIATURA Dustin Lance Black. FOTOGRAFIA Harris Savides. MUSICHE Danny Elfman.
Biografico/Drammatico, durata 128 minuti.