Il mondo in miniatura
Per rispondere al problema della sovrappopolazione, un gruppo di scienziati norvegesi scopre come rimpicciolire le persone a una decina di centimetri: secondo loro, infatti, in duecento anni questa soluzione dovrebbe essere attuata definitivamente per l’intera popolazione mondiale.
A questo progetto decidono di aderire Paul Safranek e sua moglie Audrey, nella speranza di una vita migliore, soprattutto a livello economico. Quattro anni dopo il suo ultimo film Nebraska (e tredici dopo Sideways – In viaggio con Jack, che lo fece conoscere a livello internazionale), Payne torna sul grande schermo con un’idea originale – da lui scritta assieme a Jim Taylor – e alquanto interessante che l’ha tenuto impegnato per dieci lunghi anni, nei quali il problema dell’eccedenza della popolazione rispetto ai mezzi di sussistenza e del cambiamento climatico hanno trovato anche una maggior attenzione mediatica. Ad una sincera e invogliante curiosità iniziale, però, si sostituisce nel giro di una manciata di minuti una sottile insoddisfazione generale, man mano che il film cambia registro trascurando quasi del tutto la parte fantascientifica per dedicarsi quasi esclusivamente alla vita umana, normale o in miniatura che sia. Al centro di tutto vi è infatti Paul, interpretato da Matt Damon, un uomo che per sopperire ai debiti e alla monotonia decide, insieme alla moglie, di intraprendere letteralmente una nuova vita. Ma i problemi con cui è costretto a fare i conti non sono poi così diversi nel nuovo mondo, dove fissazioni, difetti e povertà rimangono comunque gli stessi. Downsizing – Vivere alla grande si rivela quindi una parabola sociale che mescola attualità e fantasia, lavorando con più elementi, dal sociale all’internazionalizzazione, passando per l’illegalità e finendo con il più semplice e complicato: il sentimento umano. Eppure, nonostante una sceneggiatura ben scritta e caratterizzante, non osa quel tanto che basta per portare il film ad un livello più alto e sicuramente più coinvolgente. La presenza di Christoph Waltz lo conferma: senza di lui Downsizing avrebbe perso ulteriormente appeal. Perché in definitiva l’opera di Alexander Payne rimane un po’ fine a sé stessa, anche se la vita in miniatura può avere un certo fascino (e non a caso l’argomento è già stato trattato attraverso svariate declinazioni del corso della storia del cinema). Negli ultimi anni il film di apertura della Mostra del Cinema di Venezia ha segnato il passo degli Oscar (basti pensare a Birdman e a La La Land): un onore che quest’anno sembra spettare a Tre manifesti a Ebbing, Missouri e a La forma dell’acqua, e di certo non a questa gradevole quanto incompiuta favola destinata a lasciare poco ricordo di sé.
Downsizing – Vivere alla grande [Downsizing, USA 2017] REGIA Alexander Payne.
CAST Matt Damon, Kristen Wiig, Hong Chau, Christoph Waltz, Jason Sudeikis.
SCENEGGIATURA Alexander Payne, Jim Taylor. FOTOGRAFIA Phedon Papamichael. MUSICHE Rolfe Kent.
Fantascienza/Commedia/Drammatico, durata 135 minuti.