Dietro il sipario
“Nessuno si aspetta complessità e realtà da noi. La vita della gente è già fatta da quello. Noi dobbiamo aiutarla ad evadere” rammenta la regina madre a una giovane e combattuta Margaret, che detesta le risicate libertà personali concessele dal nobile lignaggio. Queste parole, desunte dal quarto episodio della seconda stagione (sulle sei previste) di The Crown, racchiudono già la chiave di lettura e il senso ultimo dell’intera serie tv.
E chissà, pure forse il motivo del successo duraturo di molte altre opere incentrate sulle vicende biografiche delle teste coronate passate, presenti o di pura invenzione. The Crown, Victoria o Reign, titoli di recente produzione che impreziosiscono sia l’offerta delle emittenti tv tradizionali che le piattaforme on demand, ma anche la datata saga della Sissi di Romy Schneider o i cartoni Disney i cui nobili protagonisti sono diventati i paladini di intere generazioni di spettatori. Come mai non ci stanchiamo mai di guardare le innumerevoli versioni ispirate alle fiabe trite e ritrite o alle biografie di chi ha il sangue blu? Quale misteriosa malìa induce milioni di telespettatori a seguire le dirette di matrimoni regali in lontani Paesi dove la monarchia è scomparsa da secoli? Semplice, le storie tradizionali raccontate ai bambini sono infestate da principi e principesse. Magica trasfigurazione della popolazione meno abbiente, da sempre affascinata dall’algida e inaccessibile vita di palazzo. In una contemporaneità invischiata dalla sovraesposizione mediatica di vip coronati e non, l’essere costantemente informati su vizi e scandali dei nobili rampolli poteva far scendere il consenso del popolo, fargli percepire l’istituzione monarchica come un teatrino sempre più demodé e costoso da mantenere: ma grazie all’arrivo di consorti borghesi e alla concessione di piccole libertà nei protocolli di palazzo (delle furbe trovate di marketing!) le monarchie europee negli ultimi decenni hanno svecchiato moderatamente la loro immagine pubblica e politica. L’ideatore Peter Morgan, deciso a farci contemporaneamente invidiare i fasti della vita dei Windsor ma pure solidarizzare con loro quando commettono tremendi scivoloni, ne prende platealmente atto. La jaula dorada di Buckingham Palace è in realtà fonte più di dolori che di gioie per loro e per i comuni mortali che v’inciampano. Ce lo confermano l’ingerenza continua del parlamento che mina i diritti di padre e di consorte rivendicati da Filippo, il divorzio del suo stretto collaboratore che intacca l’immagine della corona, gli amori di Margaret che offendono la Chiesa inglese, la responsabilità della giovane sovrana costretta a destreggiarsi funambolescamente tra guerre e giornalisti drogati di scoop. E ciò ce li fa percepire un po’ meno regali e un po’ più comuni. Il che non guasta.
The Crown [id., Gran Bretagna/USA 2017] IDEATORE Peter Morgan.
CAST Claire Foy, Matt Smith, Vanessa Kirby, Ben Miles, Victoria Hamilton.
Biografico/Storico, durata 54/60 minuti (episodio), stagione 2.