Orrore dal profondo dell’immaginazione
L’horror è fatto di suggestioni talvolta originali e altre volte legate a qualcosa di conosciuto, ma non per questo l’originalità delle seconde viene meno nei confronti di chi cerca nuove soluzioni. The Void – Il vuoto ha alla base una storia che potrebbe tranquillamente essere quella di un B-movie anni ’80 perché mescola, come dentro a un grande recipiente, diversi riferimenti di genere.
Se all’inizio ci troviamo di fronte al brutale omicidio di una ragazza che spiazza lo spettatore, in breve la vicenda diventa un film d’assedio con i due assassini rinchiusi dentro un ospedale in smobilitazione assieme a un altro gruppo di sfortunati, ignari di quel che sta accadendo attorno a loro. Infatti il gruppo di persone si trova braccato all’interno della struttura da alcuni misteriosi tizi incappucciati e vestiti con tuniche bianche. Una setta satanica? Forse, ma il vero pericolo non si trova fuori dall’ospedale, ma dentro: una serie di strani e mostruosi avvenimenti accadono dentro le mura, mettendo i protagonisti in una situazione del tutto esasperata, principalmente dal fatto che non proprio tutti i superstiti sono estranei a ciò che sta succedendo. Parlavamo di varie influenze in The Void: al suo interno si respira un certo amore per il gore anni ’80, in particolare per il primo Cronenberg, con mutazioni fortemente organiche e viscerali al limite dell’immondo. Un gusto per l’orrore mostruoso che deve molto anche a La cosa di John Carpenter e a quelle deformazioni tentacolarmente aliene provenienti da un altrove oscuro e misterioso. Un altrove oscuro appunto che in The Void, suggestivamente, rimanda neanche tanto velatamente a quello antico narrato da Lovecraft, a cui le visioni ossessive di uno dei protagonisti rimandano, e che rappresentano l’elemento più visionario e fantastico della pellicola. The Void mescola riferimenti alti e altissimi nel genere horror, al punto che non si può negare che spesso tutto ciò diventi forse anche troppo eterogeneo e spersonalizzante, combinato anche da una scrittura e da una recitazione non sempre brillanti, tutt’altro. Ma dall’altro lato è un’opera formalmente riuscita, che trova la sua dimensione più ispirata nelle immagini oniriche e nel sound design classico ma non banale. Un film che dimostra di amare il proprio genere di appartenenza e di esibirlo nelle suggestioni che lo hanno ispirato magari anche troppo direttamente, ma con passione, dovizia e pazienza nello svelamento dei dettagli. Il piacere, in The Void, è una questione di suggestione, e non di mera citazione.
The Void – Il vuoto [The Void, USA 2016] REGIA Jeremy Gillespie, Steven Kostanski.
CAST Aaron Poole, Kathleen Munroe, Kenneth Welsh, Daniel Fathers.
SCENEGGIATURA Jeremy Gillespie, Steven Kostanski. FOTOGRAFIA Samy Inayeh. MUSICHE Blitz//Berlin, Joseph Murray, Menalon Music, Lodewijk Vos.
Horror, durata 90 minuti.