Guarda coi miei occhi
OtherLife è la realtà virtuale definitiva ma è anche una droga: è un liquido che si assume per via oculare ma le immagini che induce sono digitali, programmate in codice binario. Si tratta di software e non di semplici allucinazioni.
Facendo propria l’intuizione cronenberghiana di una tecnologia biologica e digitale insieme e prendendo in prestito da Inception l’idea di un tempo interiore comprimibile a piacimento, il film di Ben C. Lucas combina elementi già esistenti in modo originale, almeno nel suo incipit. Le similitudini cinematografiche terminano qui perché OtherLife non ha né la carnalità del regista canadese né i soldi di cui dispone Christopher Nolan. È un film di fantascienza dove l’azione è centellinata e gli ambienti sono asettici, pieno di uffici bianchissimi e immagini di natura rigorosamente simulata. C’è un motivo preciso se l’illusione creata da OtherLife è forte come la realtà: non può essere interrotta dall’utente, che quindi necessita di assistenza durante il suo “viaggio” per tirarlo fuori se qualcosa andasse storto. È un ritrovato tecnologico pericoloso che può intrappolare le persone nel proprio mondo interiore, eppure Ren, la sua creatrice, vede in OtherLife il potere di liberare le menti. Pecca certamente di ingenuità ma lo fa per motivi personali: suo fratello è in coma e la protagonista crede di poterlo risvegliare stimolando il suo cervello coi ricordi della loro vita insieme. Prevedibilmente, la sua visione non coincide con quella del suo socio in affari, che ha già preso degli accordi col governo per usare OtherLife nel campo della detenzione e riabilitazione, quindi per imprigionare le persone anziché liberare le loro menti. Il film australiano, che non è stato distribuito in Italia, mette parecchia carne al fuoco e si dimostra ricco d’ingegno grazie ad alcune intuizioni sul futuro prossimo della realtà virtuale. Tuttavia, dopo l’inizio intrigante, perde progressivamente potenza con colpi di scena troppo prevedibili e una narrazione ripetitiva. Anche i contenuti, potenzialmente importanti, si adagiano lentamente nel comodo stampo della rassicurante parabola sui pericoli in cui si incorre quando la tecnologia è messa nelle mani sbagliate. Peccato. Pur rinunciando all’eccellenza, OtherLife resta un prodotto più che rispettabile che, se avesse goduto di una piccola distribuzione, avrebbe certamente reso felici gli appassionati della fantascienza.
OtherLife [id., Australia 2017] REGIA Ben C. Lucas.
CAST Jessica De Gouw, Thomas Cocquerel, T.J. Power, Tiriel Mora.
SCENEGGIATURA Kelley Eskridge, Ben C. Lucas, Gregory Widen. FOTOGRAFIA Dan Freene. MUSICHE Jed Palmer.
Fantascienza, durata 96 minuti.