35° Torino Film Festival, 24 novembre – 2 dicembre 2017, Torino
SPECIALE TORINO FILM FESTIVAL
Quel carismatico ubriacone di Winston Churchill
Dal Giorgio VI de Il discorso del re alla Margaret Thatcher di The Iron Lady fino all’Elisabetta II di The Queen e The Crown: sono diverse le figure-chiave del Novecento inglese rappresentate dall’industria audiovisiva britannica nell’ultimo decennio, in quello che è un filone storico, biografico e, in parte, celebrativo numericamente sempre più rilevante.
Una “corrente” alla quale appartiene anche Darkest Hour di Joe Wright, lavoro dedicato a Winston Churchill presentato in “Festa Mobile” al 35° Torino Film Festival e da gennaio nelle sale italiane. L’opera in questione si svolge nel maggio del 1940, quando in piena guerra mondiale Winston Churchill fu nominato Primo Ministro in seguito a una crisi di governo e dovette decidere se trattare un accordo di pace con Hitler o se continuare invece un conflitto bellico dall’esito alquanto incerto. Nel raccontare una figura contraddittoria ma comunque determinante per la Storia britannica e mondiale, Joe Wright decide di realizzare un biopic che si colloca a metà strada tra la dissacrazione e la celebrazione. Qui il protagonista viene infatti rappresentato in modo ironico e grottesco, tanto dall’interpretazione volutamente caricaturale di Gary Oldman, quanto da una messa in scena che lo tratteggia come un uomo buffo e impulsivo cogliendolo inoltre nelle situazioni più imbarazzanti e private: per esempio, mentre è in vestaglia, seduto sul gabinetto o intento a bere dello scotch fin dal mattino. Ma al tempo stesso, il film si concentra sull’abilità dialettica del Primo Ministro, sul suo uso attento della parola e sulla sua arte oratoria, indicando tali qualità come i mezzi con i quali riuscì a governare un Paese in piena crisi bellica e politica. Tutti aspetti sottolineati da uno stile energico caratterizzato da una regia quasi barocca (tante le carrellate e le inquadrature dall’alto), da un montaggio cadenzato e da un utilizzo enfatico delle luci e della banda sonora. Eppure, anche se sta alla base del film, l’alternanza descritta tra celebrazione e dissacrazione, commedia grottesca e dramma storico funziona solo in parte. Infatti, mentre l’aspetto ironico è pienamente riuscito grazie a una sceneggiatura, un cast e un ritmo brillanti, quello più serio e altisonante eccede di retorica nella seconda parte e non si concentra sufficientemente sulla preparazione dei discorsi di Churchill. Un vero peccato, quest’ultimo, contando che il film è dedicato anche alle abilità comunicative del politico conservatore. Una serie di elementi linguistici e strutturali che fanno di Darkest Hour un prodotto sicuramente imperfetto ed eccessivo, ma al tempo stesso energico e vitale, anche nei suoi difetti. Proprio come la figura storica che racconta.
Darkest Hour [id., Gran Bretagna 2017] REGIA Joe Wright.
CAST Gary Oldman, Kristin Scott Thomas, Lily James, Stephen Dillane, Ronald Pickup.
SCENEGGIATURA Anthony McCarten. FOTOGRAFIA Bruno Delbonnel. MUSICHE Dario Marianelli.
Drammatico/Biografico/Storico, durata 125 minuti.