35° Torino Film Festival, 24 novembre – 2 dicembre 2017, Torino
SPECIALE TORINO FILM FESTIVAL
Madre e figlia
Forte dell’eco avuta a Cannes, dove era stato presentato nel “Certain Regard” e dove da molti era stato considerato uno dei migliori film dell’intera edizione, Tesnota (titolo internazionale: Closeness) dell’esordiente Kantemir Balagov ha raccolto apprezzamenti quasi unanimi anche al Torino Film Festival, spiccando forse come l’opera che più ha attratto e convinto.
Significative, al di là delle lodi di critici e addetti ai lavori, la sala stracolma e le persone rimaste fuori alla proiezione delle 9:00 del lunedì mattina. Closeness effettivamente merita tutto questo clamore. Esordio di un regista, allievo di Sokurov, che converrà seguire con grande attenzione, il film sorprende per lo stile asciutto e composto, capace però di essere estremamente potente e duro e di non lasciare scampo, lontano sia dal minimalismo di molto cinema d’autore europeo sia dall’approccio sopra le righe che insiste sugli aspetti più problematici cercando le reazioni e lo sdegno più facili, e convince per la precisione con cui dipinge i ritratti psicologici, con cui racconta la disgregazione di una famiglia e l’esplodere dei conflitti interni e con cui suggerisce gli echi del contesto politico. In una famiglia ebraica di Nalchick, capitale della Repubblica Autonoma di Kabardino-Balkaria sulla quale spirano i venti che anticipano l’imminente scoppio del secondo conflitto ceceno (siamo a fine anni ’90), il rapimento del figlio minore apre il vaso di Pandora delle recriminazioni, delle frustrazioni, degli egoismi e dei conflitti latenti. L‘ottica del film è perlopiù femminile: il conflitto principale è quello infatti tra la dura e ambigua madre e Ilina, la figlia maggiore, cuore pulsante del film e personaggio sofferto, diviso tra ribellione e consapevolezza, affetto e rabbia, insoddisfazione e senso di responsabilità. Uno, forse, dei più efficaci ritratti femminili visti negli ultimi anni nel cinema d’autore europeo. È uno stile apparentemente quasi invisibile quello di Balagov; apparentemente perché quasi in ogni inquadratura c’è un’idea di regia non banale che valorizza, che sia la posizione della cinepresa, il gioco di campo/fuoricampo all’interno dell‘inquadratura, l’uso del 4:3 che ingabbia personaggi, stati d’animo e situazioni o la rilevanza data a dettagli significativi anche quando apparentemente secondari, talvolta veri e propri motori narrativi. Balagov realizza tutto questo senza urlare, senza voler mostrare in ogni momento la sua bravura e mettendo fino in fondo e con pochissime sbavature la forma al servizio del contenuto e viceversa (cosa non così ovvia per un regista esordiente, anche quando bravo e promettente). Apparendo così già estremamente consapevole dei propri mezzi e della propria idea di cinema. Banalmente, Closeness è da non perdere.
Closeness [Tesnota, Russia/Francia 2017] REGIA Kantemir Balagov.
CAST Olga Dragunova, Darya Zhovnar, Veniamin Kac, Atrem Cipin, Nazir Zhukov.
SCENEGGIATURA Kantemir Belagov, Anton Yarush. FOTOGRAFIA Artem Emelianov. MONTAGGIO Kantemir Balagov.
Drammatico, durata 118 minuti.