35° Torino Film Festival, 24 novembre – 2 dicembre 2017, Torino
Svelare l’ambiguità
Due anni dopo i premi vinti dal notevole La patota, il regista argentino Santiago Mitre torna al Torino Film Festival per prendere parte alla giuria presieduta da Pablo Larraín e presentare in “Festa Mobile” la sua ultima fatica: La Cordillera, opera politica-psicologica incentrata sulla gestione del potere.
Qui il protagonista è Hernán Blanco, un ipotetico presidente dell’Argentina che si sta recando in Cile per un vertice con altri Capi di Stato latinoamericani. Un appuntamento importante e difficile che l’uomo dovrà affrontare proprio quando sta per esplodere uno scandalo finanziario che coinvolge la sua famiglia e che potrebbe mettere in crisi il suo governo. Una serie di circostanze che sveleranno la vera natura del personaggio andando al di là della sua immagine ufficiale: inizialmente presentato come un uomo pacato e come un politico poco carismatico e scarsamente decisionista, Blanco si rivelerà invece come una persona scaltra, ambiziosa e ambigua, che ha sfruttato la sua apparente mediocrità per una sottile strategia comunicativa finalizzata a trasmettere empatia all’elettorato e vincere le presidenziali. Tutti elementi presentati gradualmente in un lungometraggio dall’andamento piano ma teso che unisce in modo compatto livelli narrativi e discorsivi differenti, coniugando il thriller psicologico al thriller politico sul modello di House of Cards, scene di suspense più frequenti nel cinema di genere (la sequenza dell’ipnosi) a conversazioni teoriche più tipiche delle opere esplicitamente impegnate e autoriali. Ciò in un film in cui i temi del potere, del suo cinismo e della differenza tra immagine pubblica e gestione privata emergono in modo palese ma non didascalico grazie a una sceneggiatura che non rinuncia mai a una certa ambiguità di fondo, soprattutto nel racconto. Ne è una dimostrazione l’approfondimento del personaggio di Blanco, realizzato non tanto tramite rivelazioni chiare e sorprendenti, ma piuttosto attraverso il suggerimento e il mistero, l’insinuazione e l’ellissi, in quello che è un procedimento che rende l’opera più fine e interessante, più stratificata e intrigante. Una profondità e una ricchezza di sfumature che vengono trasmesse e supportante anche dall’ottima interpretazione di Ricardo Darín, accompagnato da un cast di attori molto bravi ed efficaci, tra i quali spicca l’immancabile Alfredo Castro in un ruolo minore ma incisivo. Dunque, con La Cordillera Santiago Mitre conferma dopo La patota le sue qualità di direttore d’attori e mostra la sua crescita come narratore, rivelandosi così uno dei nomi più interessanti del giovane cinema latinoamericano.
La Cordillera [id., Argentina/Francia/Spagna 2017] REGIA Santiago Mitre.
CAST Ricardo Darín, Dolores Fonzi, Erica Rivas, Elena Anaya, Alfredo Castro.
SCENEGGIATURA Santiago Mitre, Mariano Llinás. FOTOGRAFIA Javier Julia. MUSICHE Alberto Iglesias.
Drammatico/Thriller, durata 114 minuti.