10° Archivio Aperto, 27 ottobre – 2 dicembre 2017, Bologna
Il confine incerto
Il programma “Amateur/Experimental”, curato da Mirco Santi e Paolo Simoni di Home Movies, e presentato al 63° Oberhausen Film Festival, è stato sottoposto all’attenzione partecipe degli spettatori bolognesi di Archivio Aperto, nella serata del 29 ottobre scorso.
Un pugno di film che ridefiniscono il confine tra cinema sperimentale e cinema amatoriale, attraversando una varietà di generi e di epoche storiche. Si parte con le immagini danneggiate dal tempo, appartenenti ai fondi Baldassini (1927-30), Rinaldi (fine anni Trenta) e Togni (primi anni Quaranta). Nella proiezione in pubblico, il decadimento della pellicola si fa parte integrante dell’estetica del ready-made e, tra i fotogrammi, la memoria incancellabile di un passato lontano sopravvive al processo di rimediazione e di rifunzionalizzazione. Con un salto di qualche decennio, si passa a Valentino Moon (1974), cortometraggio di Gianni Castagnoli, una vecchia conoscenza di Archivio Aperto. Regista sperimentale influenzato dallo stile dell’underground americano, legato a Patrizia Vicinelli, Castagnoli, in quest’opera accompagnata dal Canon di Pachelbel, affida a un montaggio rapidissimo le inquadrature di una cinepresa sempre in movimento. Il risultato è una sinfonia visiva di grande raffinatezza, una celebrazione della vita, tra giochi di luce e figure umane affascinanti. Rimaniamo nell’ambito del cinema d’avanguardia, con gli undici minuti in bianco e nero di Ezra Pound a Venezia: nel 1967, un ventenne Massimo Bacigalupo ha la fortuna di filmare, con la sua 8mm, il poeta statunitense, in viaggio a Venezia nei luoghi dei suoi Cantos. Sonorizzato nel 2014 da Massimo Carozzi, con ipnotiche letture sovrapposte di poesie in voice over e proiettato proprio nell’edizione di quell’anno di Archivio Aperto, il corto nasce come una sorta di backstage di un documentario su Pound a cura della rete televisiva tedesca Bayerischer Rundfunk. Si torna a film del primo Novecento, in particolare a immagini risalenti al biennio 1907-1909, con gli impressionanti casi clinici del neurologo Vincenzo Neri: quattro minuti di uomini, donne, bambini, nudi e con tic o difficoltà di deambulazione, su fondo nero. Girati a Parigi, questi brevissimi film medici si possono proiettare a distanza di più di un secolo grazie al laboratorio “La Camera Ottica” dell’Università di Udine, con sede a Gorizia, che ha effettuato una scansione e una ricostruzione digitale del 35mm originario. C’è spazio anche per il cinema narrativo del bolognese Mauro Mingardi, a cui, nel programma di Archivio Aperto di quest’anno, è dedicato anche Un western senza cavalli, il bel documentario di Davide Rizzo e Marzia Toscano. Alla ricerca dell’impossibile è il corto horror in 8mm che Mingardi ha girato nel 1962. Onirico e allucinato, non privo di ironia, sembra quasi anticipare il gotico padano di Pupi Avati. Si chiude con l’underground del compianto Gianfranco Brebbia: l’expanded cinema di Idea assurda per un filmaker (1969) rivive con due proiettori 16mm in azione in contemporanea. Un tripudio di colori e di bellezza.