È guerra
In qualsiasi campo, specialmente in quello industriale, chi per primo aggiunge sul mercato un’innovazione ha un vantaggio sulla concorrenza tale da portarlo per diverso tempo a occupare una posizione di monopolio.
Ecco, la grande intuizione della Marvel all’epoca ancora del primo Iron Man fu quella di ibridare l’evento cinematografico con un universo continuativo, seriale. Tutto il resto è storia recente: una volta fidelizzato lo spettatore attraverso i passi di una narrazione più grande tenuta sotto traccia, il pubblico è conquistato fino a convogliarlo in quella sorta di All Star Game che è stato The Avengers. Per parlare della DC Comics e del suo percorso cinematografico è inevitabile parlare della Marvel e del vantaggio che quest’ultima ha accumulato nei confronti della concorrente. È il tempo il fattore principale che sta incidendo tra i due colossi, il tempo per organizzare una strategia comunicativa omogenea, il tempo per creare una storia fatta di tappe senza scoprirle subito e in particolare il tempo di creare una narrazione che attiri con calma lo spettatore. DC e Warner questo vantaggio non lo hanno avuto: la sensazione di aver buttato i personaggi frettolosamente dentro a un universo diegetico espanso è forte, e Justice League si ritrova sul pettine tutti i nodi di un’operazione impaziente. Justice League mette assieme Batman, Wonder Woman, Flash, Aquaman, Cyborg e Superman – alcuni già presentati in altre pellicole, altri all’esordio – per combattere una minaccia aliena che sta per colpire la Terra. Una compagnia raffazzonata giusto per durare 120 minuti, in cui pochi momenti riescono a reggere lo schermo autonomamente, apparendo più spesso come funzioni bidimensionali di una narrazione che si adagia troppo passivamente al paradigma narrativo da cinecomic. È un peccato perché questo è un notevole passo indietro nei confronti dell’universo cinematografico della DC che, al netto di difetti e molti alti e bassi, si era affidata a registi mediamente estrosi che quantomeno avevano ricercato un tono che non ricalcasse quello più rassicurante e ironico Marvel, ma piuttosto uno più serioso ed eterogeneo. Justice League palesa uno scollamento abbastanza evidente, tra una scrittura che senza nascondersi ricalca quella scanzonata e leggera Marvel e la tipica regia ipertrofica, epica e digitalizzata di Zack Snyder. Si perdono tutte le metafore cristologiche di Man of Steel o il cupo pessimismo che avvolgeva Batman v Superman, livellandosi su uno standard narrativo privo di guizzi, e più passivamente su una raccolta di icone DC raccontate senza spessore. La fretta spesso è cattiva consigliera, soprattutto se l’impazienza è dettata dalla necessità di fare affari, ma la sensazione è che a Justice League purtroppo non sia mancato solo il tempo.
Justice League [id., USA 2017] REGIA Zack Snyder.
CAST Ben Affleck, Henry Cavill, Gal Gadot, Jason Momoa, Ezra Miller, Amy Adams.
SCENEGGIATURA Joss Whedon, Chris Terrio. FOTOGRAFIA Fabian Wagner. MUSICHE Danny Elfman.
Azione/Fantastico/Avventura, durata 120 minuti.