SPECIALE OSCAR 2018
Thriller emotivo
Tra i registi cileni della nuova generazione, Sebastián Lelio è probabilmente colui che lega maggiormente storie intimiste e familiari alla descrizione dell’attuale società cilena, in particolar modo quella appartenente alla borghesia. Ne sono una dimostrazione i suoi primi lavori La sagrada familia e Navidad, così come i più recenti Gloria e Una donna fantastica, quest’ultimo premiato al 67° Festival di Berlino per la Miglior Sceneggiatura e Miglior Film Straniero agli Oscar 2018.
L’opera racconta la storia di Marina, una giovane transessuale che vive con Orlando, un uomo di mezza età che ha lasciato moglie e figli per stare con lei. Quando però una notte il compagno muore improvvisamente, la protagonista si troverà da sola ad affrontare un ambiente ostile: dalle istituzioni alla famiglia del defunto. Come già nel precedente Gloria, anche in questo film l’autore latinoamericano si concentra quasi esclusivamente sul personaggio principale, seguendolo nelle sue azioni e nelle sue evoluzioni emotive e psicologiche, riguardanti un’elaborazione del lutto alquanto particolare. Qui, infatti, viene mostrato come Marina non abbia il modo e il tempo per affrontare “pacatamente” il dolore della perdita, in quanto oppressa fin dall’inizio dall’atteggiamento di chi le sta intorno: quello della polizia che sospetta qualcosa di losco e quello dei parenti di Orlando, che fanno di tutto per cacciarla dalle loro vite. La protagonista vivrà così una serie di episodi in cui sarà vessata e umiliata, e la sua sfera emotiva non sarà quindi segnata soltanto dal cordoglio, ma soprattutto da un senso di angoscia del quale dovrà faticosamente liberarsi. Una serie di elementi psicologici che, come accade frequentemente nel cinema di Lelio, vengono legati al ritratto dell’attuale società cilena, qui descritta nel suo lato peggiore, quello bigotto, ipocrita e omofobo rappresentato tanto dalle istituzioni quanto dalla famiglia di Orlando. Il tutto rivelato con una narrazione complessivamente piana, che non rinuncia però a occasionali e mai invasive incursioni oniriche e a sequenze tese e “misteriose” tipiche del thrilling: momenti stranianti e tra loro legati che hanno la funzione di sottolineare e simboleggiare le ansie della protagonista. Caratteristiche che fanno di Una donna fantastica una sorta di thriller emotivo a tratti surreale in cui la suspense non dipende tanto dalla vicenda raccontata quanto dalla psicologia di Marina e dal contesto respingente nel quale è inserita. Questo in un film che per certi versi porta il cinema di Lelio in zone almeno in parte nuove (il thriller, l’onirismo), confermando al tempo stesso quel connubio tra intimismo e descrizione sociale così peculiare della sua poetica.
Una donna fantastica [Una mujer fantástica, Cile/Germania 2017] REGIA Sebastián Lelio.
CAST Daniela Vega, Francisco Reyes, Luis Gnecco, Aline Küppenheim, Amparo Noguera.
SCENEGGIATURA Sebastián Lelio, Gonzalo Maza. FOTOGRAFIA Benjamín Echazarreta. MUSICHE Matthew Herbert.
Drammatico, durata 104 minuti.