SPECIALE STEPHEN KING
BUH!!!
Nel 1982, anno in cui uscì Creepshow, Stephen King pubblicava libri da otto anni e aveva già sfornato opere come Carrie, Le notti di Salem e Shining. Aveva già raggiunto la fama e la grandezza che oggi tutti noi conosciamo.
Anche la fama di George Romero era consolidata, e la sua filmografia aveva offerto buona parte delle sue opere migliori e più impresse nell’immaginario. Entrambi erano ampiamente riconosciuti come due monarchi del brivido. Potevano quindi entrambi affrontare con il giusto carisma, l’adeguata autorevolezza e la sufficiente consapevolezza un’operazione sotto molti aspetti dichiaratamente giocosa e burlesca, a tratti parodica, pur non mancando di momenti in cui il salto sulla sedia è inevitabile: il divertito omaggio a Creepshow, rivista di fumetti horror perlopiù per ragazzi pubblicata dalla EC Comics tra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta, poi chiusa per problemi di censura e comunque diventata cult. Romero in cabina di regia e King alla sceneggiatura dei cinque episodi più prologo ed epilogo, nei quali si punzecchia la censura e la cecità delle autorità verso l’horror, con Tom Savini degno compare agli effetti speciali. Le storie dei cinque episodi avanzano seguendo le coordinate del grottesco e del divertito omaggio senza pretese ad un horror puro, d’antan, quasi del tutto privato dei vari sottotesti possibili e giocherelloni. Un’operazione non così rara in quei primi anni Ottanta (si veda Ai confini della realtà, realizzato l’anno dopo) – anche escludendo i Dante e i Landis che sono ancora un’altra cosa, come a metà strada tra le due tendenze – e speculare alla violenza esplicita del gore e dello slasher come al lato più metaforico, cupo e politico dell’horror. Ciò è evidente nello stile, il segnale più evidente della voglia di omaggiare i fumetti; i colori e le luci accentuate, gli effetti speciali e i trucchi volutamente “finti”, le dissolvenze dall’immagine filmica ai disegni e viceversa richiamano l’atmosfera più giocosa che spaventosa dei comics omaggiati. Creepshow quindi appare come un divertissement dei due autori assolutamente piacevole e riuscito. Questo però non impedisce che in filigrana emergano, accennate, alcune tematiche tipiche del romanziere: la follia e la meschinità (l’episodio Alta marea, con Leslie Nielsen), l’ossessione (ancora Alta marea e Strisciano su di te), il soprannaturale e l’orrore che nascono dal passato dei personaggi (La festa del papà) e i finali sottilmente apocalittici (La morte solitaria di Jordy Verrill, in cui King si diverte ad interpretare il bifolco protagonista).
Creepshow [id., USA 1982] REGIA George A. Romero.
CAST Leslie Nielsen, Viveca Lindfors, Stephen King, E.G. Marshall, Ed Harris.
SCENEGGIATURA Stephen King. FOTOGRAFIA Michael Gornick. MUSICHE John Harrison.
Horror/Commedia, durata 120 minuti.