Il suono della sconfitta
Il titolo Nico, 1988 evoca una didascalia, una annotazione, un epitaffio. Il film di Susanna Nicchiarelli si concentra infatti sugli ultimi tre anni di vita di Christa Päffgen/Nico, scomparsa a Ibiza a causa di emorragia cerebrale in seguito ad una caduta in bicicletta.
Il film tralascia questa informazione, così come il nome famoso del padre biologico del figlio Ari, Alain Delon. Sono dettagli noti che il film sembra omettere programmaticamente perché non è la Nico delle cronache che interessa a Nicchiarelli, e nemmeno quella che cantava per i Velvet Underground, immagine iconica a cui viene continuamente associata con suo disappunto e rassegnazione, perché per Christa quella non è stata che una lontana e oscura fase della sua incredibile vita. Il film intreccia due linee di racconto: da un lato la vita artistica e la musica, caratterizzate da un sostanziale insuccesso, di cui a Nico non sembra importare granché, dalla dipendenza dall’eroina e dai rapporti altalenanti con i musicisti che la accompagnano nello scalcinato tour europeo, assieme al manager inglese Richard; dall’altro la tardiva riappacificazione con il figlio Ari, al tempo ricoverato in ospedale psichiatrico dopo un tentativo di suicidio. Trine Dyrholm riesce a cogliere i lati più dolenti così come quelli più rabbiosi e vitali interpretando, nel senso letterale della parola, i tratti di una personalità complessa, buia, non conciliatoria e combattiva, nonostante l’abuso di droghe e un perenne conflitto interiore, del quale il film evidenzia il senso di colpa per l’abbandono forzato di Ari bambino. Tenendosi ben lontano dal rischio di eccessive stilizzazioni e rappresentazioni macchiettistiche, Nico, 1988 armonizza abilmente il dato biografico e la musica, lavorando per frammenti, immagini di repertorio, flashback quasi onirici e lasciando spazio alle performance di Christa/Dyrholm (questo articolo si riferisce alla versione originale in inglese del film), che si esibisce non tanto imitando il timbro sonoro di Nico, ma impostando la sua voce secondo le caratteristiche roche e tenebrose dello stile vocale dell’artista. A convincere leggermente meno è il delinearsi del rapporto col figlio ritrovato, presenza decisamente meno approfondita in confronto ad esempio alla figura del manager Richard con il suo amore segreto e discreto. Ciò non intacca un film intenso, che a unire le mille esperienze, sofferenze, gioie e cadute di Nico tende il filo rosso dell’esperienza traumatica e decisiva della Seconda Guerra Mondiale, in particolare della visione di Berlino che brucia, e di quel “suono della sconfitta” che Nico cercherà per tutta la vita di ritrovare attraverso il suo registratore portatile.
Nico, 1988 [Id., Italia/Belgio 2017] REGIA Susanna Nicchiarelli.
CAST Trine Dyrholm, John Gordon Sinclair, Anamaria Marinca, Sandor Funtek, Thomas Trabacchi.
SCENEGGIATURA Susanna Nicchiarelli. FOTOGRAFIA Crystel Fournier. MUSICHE Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo.
Biografico, durata 93 minuti.
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