61° BFI – London Film Festival, 4-15 ottobre 2017, Londra
Lana sovversiva
Close-Knit di Naoko Ogigami approda al London Film Festival dopo un tour di manifestazioni cinematografiche, dalla Berlinale alla vittoria al Far East Film Festival 2017.
Dopo l’ennesimo abbandono della madre l’undicenne Tomo si rifugia dallo zio Makio, che però nel frattempo si è fidanzato con Rinko, una ragazza transgender. La situazione inusuale diventa il fulcro di un racconto che esplora varie forme di disagio e resistenza alla normatività sociale che risuonano l’un l’altra: Tomo, contraddistinta dall’indipendenza e dalla rabbia; Kai, il compagno di scuola vessato dalla madre omo-transfobica; e anche l’irresponsabilità della madre Hiromi, colpevole di anteporre sempre se stessa alla figlia, viene contestualizzata in una precoce ribellione alle costrizioni materne (la madre di Hiromi e Makio è ora ricoverata nella casa di riposo in cui lavora Rinko). Attraverso una struttura semplice, nella migliore accezione del termine, il racconto connette tutti i personaggi al tema centrale della non conformità ai modelli familiari, sociali e identitari imposti dall’alto. L’insubordinazione alle madri, o il conflitto aperto con esse, sembrano essere passaggi obbligati (i padri, semplicemente, non ci sono, e quando vengono evocati sono tutt’altro che brave persone, come si evince dal racconto della madre di Makio: “che riposi per sempre con tutta la mia furia”), tranne che per Rinko, per la quale dalla comprensione e dalla praticità materne sono arrivate in passato la salvezza e l’accettazione di sé. Lei stessa assume i caratteri materni più tradizionali: è un’ottima cuoca, prepara dei bento memorabili, si prende cura premurosamente dei familiari come degli ospiti della casa di riposo. Al tempo stesso Rinko insegna a Tomo l’arte del rilassarsi lavorando a maglia, attività che l’ha aiutata a superare soprusi e discriminazioni – e in effetti un paio delle scene più esilaranti del film ruotano intorno all’uso inconsueto dei lavori a maglia. Poco importa che il Giappone di Ogigami sia forse rappresentato più aperto alla comunità LGBTI di come sia in realtà, e che il film non approfondisca, pur accennandovi, le problematiche legali del cambio di sesso. Close-Knit è comunque una lezione di scrittura che dimostra come sia auspicabile che certe tematiche vengano affrontate anche con estrema leggerezza, che può essere altrettanto dirompente e sovversiva.
Close-Knit [Karera ga honki de amu toki wa, Giappone 2017] REGIA Naoko Ogigami.
CAST Tōma Ikuta, Rinka Kakihara, Kenta Kiritani, Mimura, Eiko Koike.
SCENEGGIATURA Naoko Ogigami. FOTOGRAFIA Kozo Shibasaki. MUSICHE Naoko Eto.
Commedia, durata 127 minuti.
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