Caccia al cacciatore
Janina Duszejko parla con gli animali, legge le stelle e fugge l’autorità. Non proprio l’ideale per una comunità dove comandano gli uomini e i soli appuntamenti fissi sono la caccia e i sermoni del prete. Gli amici di Duszejko sono altri reietti: il cercatore di funghi solitario, l’entomologo naturalista, una ragazza dal passato ignoto e un giovane informatico con attacchi epilettici.
Tutti freak per la cittadina conservatrice e chiusa dei Sudeti. Ma tutti in grado di interpretare i segni, raccogliere le tracce, svelare il mistero dietro una serie di delitti atroci. Con Pokot Agnieszka Holland porta sullo schermo il romanzo di Olga Tokarczuk, Drive Your Plow Over the Bones of the Dead, che omaggia a sua volta William Blake. Nonostante la recente carriera nella serialità televisiva, la regista non è meno a suo agio con la regia di ampio respiro. L’accostamento tra Duszejko e gli animali è evidente fin dalla prima sequenza e ribadito dalle scelte di montaggio. Ma ancora più efficacemente è reso dallo sguardo, tra striscianti piani sequenza e panoramiche a volo d’uccello, insistita attenzione al dettaglio e presenza distaccata. Duszejko è l’estranea e l’indesiderata: tutti sbagliano il suo nome e il suo esasperato animalismo non è certo ben tollerato. Le leggi dell’uomo le sono incomprensibili, dal calendario che scandisce i permessi di caccia al prete che rivendica la volontà divina di sottomettere la natura. Tuttavia il film sposa il suo punto di vista, negli stranianti primissimi piani delle labbra di chi la respinge, o nelle musiche in funzione espressiva che ne riflettono gli stati d’animo. Persino la fotografia assume toni umorali, tra la bruma azzurra e fredda dell’inverno ai colori vividi e brillanti dell’estate, pallida e mesta nelle sconfitte, calda e luminosa nei momenti di serenità. Per quanto vendetta e ecologia siano i temi espliciti di Pokot, sarebbe sbagliato limitare il film a una lettura animalista. È piuttosto la denuncia di una Polonia bigotta, intollerante verso il “diverso” e refrattaria ai cambiamenti. Dove le colpe e la corruzione si nascondo dietro l’omertà, finché non emergono in superficie come cadaveri in mezzo alla neve.
Pokot [id., Polonia/Germania 2017] REGIA Agnieszka Holland.
CAST Agnieszka Mandat, Wiktor Zobrowski, Jakub Gierszal.
SCENEGGIATURA Agnieszka Holland (tratta dal romanzo Drive Your Plow Over the Bones of the Dead di Olga Tokarczuk). FOTOGRAFIA Jolanta Dylewska. MUSICHE Antoni Lazarkiewicz.
Drammatico/Thriller, durata 128 minuti.